Alfano contro i magistrati: "Andate a lavorare" Alt del Csm: "Processo breve incostituzionale"

La sesta commissione di Palazzo dei Marescialli boccia il ddl dell'esecutivo. Il Guardasigilli: "Andando meno in tv si arresta qualche latitante in più". Poi l'invito ad andare nelle sedi disagiate: "Il governo non è stato aiutato dall’Anm". Ma le toghe: "Falso". Il Pdl: "Anm anomalia, è un soggetto politico".

Alfano contro i magistrati: "Andate a lavorare" 
Alt del Csm: "Processo breve incostituzionale"

Roma - E' viziato da incostituzionalità il ddl sul processo breve. La sesta commissione del Csm boccia il provvedimento, nel parere che dovrà essere discusso dal plenum di Palazzo dei Marescialli in una seduta straordinaria prevista per lunedì prossimo. La Commissione, che nelle scorse settimane aveva ascoltato i capi delle procure e dei tribunali dei principali distretti giudiziari, stimando tra il 10 e il 40% i processi penali che finiranno nel nulla per effetto del ddl, ha approvato il documento con cinque voti a favore e quello contrario del laico del Pdl Gianfranco Anedda. Secondo la commissione il ddl, viola più principi costituzionali, a cominciare da quelli dell'obbligatorietà dell'azione penale, del giusto processo e dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Tutto questo non solo perché ponendo termini perentori alla conclusione del processo impedisce che nei casi più complessi si possa arrivare all'accertamento delle responsabilità, ma anche perché crea disparità di trattamento irragionevoli, escludendo dalla nuova disciplina alcuni reati e i recidivi. Insomma, argomenta il Csm, è una "sostanziale amnistia" il ddl sul processo breve per i reati dei colletti bianchi e per quelli che richiedono accertamenti complessi.

Lotta alla mafia e sedi disagiate "Qualche convegno in meno e qualche latitante in più arrestato fa bene al Paese", ha detto il ministro della Giustizia che ha innanzitutto reso omaggio al procuratore capo di Palermo Messineo per i recenti arresti di importanti latitanti, tra cui quello di Gaetano Fidanzati "che ha consentito di decapitare la mafia palermitana e che ha dato l’idea di un qualcosa che viene troppo spesso trascurata: si può battere e vincere la mafia senza fare il giro di tutte le televisioni nazionali, si può combattere e vincere la mafia senza fare convegni". "Anzi - ha detto ancora Alfano - lavorando di più in procura e dando l’esempio ai colleghi di un lavoro senza le luci accese delle telecamere si arrestano più latitanti e quindi qualche convegno in meno e qualche latitante in più arrestato fa bene al Paese". Alfano lancia poi un nuovo appello ai magistrati per andare a lavorare nelle sedi disagiate: "Il Paese soffre per questi vuoti. Il governo non è stato aiutato in nulla dall’Anm".

La replica dell'Anm "La ricostruzione del ministro della Giustizia, nell’audizione di oggi alla Camera, sulla mancata collaborazione dell’Associazione magistrati per la copertura delle sedi disagiate, non corrisponde al vero e nasconde i termini reali del problema, ben noti al ministro e a tutte le forze politiche, alle quali ripetutamente e pubblicamente, quanto finora inutilmente, l’Anm si è rivolta nell’ultimo anno". Luca Palamara e Giuseppe Cascini, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione nazionale magistrati, replicano così alle accuse rivolte loro dal ministro della Giustizia. "L’Anm - affermano i vertici del sindacato delle toghe - è solo stata facile profeta delle inevitabili conseguenze della regola, introdotta nella precedente legislatura, che vieta di assegnare i neo-magistrati a funzioni requirenti e a qualsiasi altra funzione monocratica. Nel giugno 2008, quando sia il ministro, sia l’attuale giunta dell’Associazione magistrati erano appena entrati in carica, il documento conclusivo del Congresso Anm parlava della 'situazione drammatica' che si sarebbe determinata in tempi brevi a causa di questa norma dell’ordinamento giudiziario, che determina un grave guasto nel sistema".

Il Pdl: "L'Anm è un'anomalia" Controreplica del Pdl, con il portavoce Daniele Capezzone, all'Anm. "La replica del dottor Palamara e del dottor Cascini al ministro Alfano - scrive il portavoce Pdl in una nota - conferma quello che purtroppo già sapevamo: l’Anm parla come se fosse un soggetto politico, come se fosse un partito politico o un gruppo parlamentare, come se avesse un qualche titolo politico e istituzionale per contendere a Governo e Parlamento le loro rispettive funzioni. È questa l’anomalia". In quale Paese dell’Occidente avanzato, dopo le parole di un ministro - si chiede Capezzone - si registrerebbero le sortite politiche (le 'repliche', appunto) di esponenti della magistratura?".

L'efficacia del 41 bis Con quello disposto per il boss latitante Nicchi recentemente arrestato, saranno 645 di detenuti a cui viene applicato il regime carcerario del 41 Bis, "record storico" rispetto a quello che era stato fissato alla fine del 2001, ha reso noto il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il Gurdasigilli ha poi aggiunto di aver firmato 168 disposizioni per l’applicazione del 41 Bis da quando è entrato in carica e di averne prorogati 779. "Grazie all’antimafia delle leggi e ai risultati ottenuti grazie alle leggi varate in questa legislatura viviamo una delle stagioni più gloriose di lotta alla mafia da quando è iniziata la sfida aperta dello Stato alla criminalità organizzata", ha aggiunto. Alfano ha evidenziato che non solo i numeri uno sono stati arrestati ma ormai "anche le seconde file della mafia sono state azzoppate" al punto che "la graduatoria dei 30 superlatitanti deve essere continuamente aggiornata perchè il ministro Maroni ne ha già arrestati 21 sui 30 iniziali". Il Guardasigilli si è mostrato inoltre orgoglioso del fatto che anche a livello di G8 è stato riconosciuto "il modello italiano di contrasto globale alla criminalità organizzata come la rotta da seguire in ambito europeo e internazionale".

Misure all'avanguardia Si tratta, ha sottolineato Maroni, "di misure all’avanguardia nel mondo. Le opinioni sono legittime ma i numeri hanno una forza intrinseca che prevale sulle tante scempiaggini dette". E i dati citati dal ministro indicano che ad oggi, nei 18 mesi di governo Berlusconi, sono stati arrestati 21 dei 30 latitanti più pericolosi, "un risultato superiore del cento per cento rispetto ai 19 mesi precedenti; sono stati inoltre arrestati 299 latitanti (+83%), confiscati 2.942 beni per un valore di 1,8 miliardi di euro (+328%), mentre i beni sequestrati sono stati oltre 11 mila, per un valore di 6,2 miliardi di euro (+71%)".

Piano antimafia La proposta di dar vita a un’agenzia nazionale per i beni sequestrati e registrati, per poter meglio valorizzare l’utilizzo di questo immenso patrimonio valutato in miliardi di euro farà parte del piano nazionale antimafia in 10 punti che verrà presentato dal governo.

Il responsabile del Viminale ritiene che a gennaio il piano nazionale antimafia possa essere varato da un Consiglio dei ministri e che il governo "chiederà al Parlamento una sessione straordinaria di discussione del piano". "Vogliamo sconfiggere la mafia, abbiamo la straordinaria ambizione di voler mettere fine a questo capitolo orribile della storia italiana e col piano straordinario di contrastofaremo l’affondo definitivo".

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