"Via all’asta frequenze tv" Il falso Passera su Twitter beffa agenzie e giornalisti

Momenti di fermento per la presunta svolta del governo. L’Ansa riprende la notizia, poi l’annulla senza spiegare

"Via all’asta frequenze tv" Il falso Passera su Twitter beffa agenzie e giornalisti

Roma L’Avatar di Corrado Passera ha colpito ancora. Stavolta, l’euforia da social network ha come vittima l’Ansa, caduta nel gioco dell’anonimo navigante che su Twitter ha creato un falso «profilo ufficiale» del superministro dello Sviluppo economico. La nostra maggiore agenzia di stampa ha mandato ieri in rete, alle 14,38, un lancio che gli attribuiva una decisione particolarmente importante: «Non rinvieremo ulteriormente un’asta sulle frequenze tv. Il governo intende affrontare la questione immediatamente, senza tollerare indugi».

Malgrado il nome del ministro il messaggio «cinguettante» era inventato, ma a via della Dataria non ha destato sospetti. Lo stesso Passera ha avvertito il servizio economico dell’Ansa che non ha un profilo su Twitter. Aggiungendo: «Attenzione, è già successo in passato». E alle 14.57 l’agenzia ha annullato la falsa notizia, mentre nelle redazioni dei giornali si apriva un piccolo «giallo».

Il 4 dicembre il clone di Passera è comparso su Twitter, scrivendo nell’account fasullo di voler «creare un dialogo diretto con i cittadini». A proposito dei sacrifici chiesti dal governo, ecco il suo commento: «La catastrofe incombe e va evitata, anche se costa».
Ci sono caduti in molti e il ministro è dovuto correre a smentire. Eppure, quando due giorni dopo è andato in rete ancora un suo falso messaggio sullo stesso tema di ieri («Non escludo un’asta per le frequenze tv»), Enrico Mentana, e non solo lui, ha abboccato di nuovo, leggendo la notizia arrivata in diretta al Tg di La7.

Altra smentita mentre il clone di Passera, affatto rassegnato, già preparava la sua nuova provocazione volatile. Arrivata ieri e andata puntualmente a segno, malgrado i precedenti.
Bisogna dire che questa «second life» di Passera su Twitter non sembra poi così credibile, se contiene messaggi sospetti come quest’altro postato sempre ieri: «Il rinvio delle riduzioni degli stipendi dei parlamentari costituisce un’arroganza inaccettabile. Come ministro e cittadino sono indignato». Toni un po’ troppo sopra le righe per un ministro del governo più sobrio e low profile della storia repubblicana.

Difficile anche credere che Passera dialoghi su Twitter con la collega Elsa Fornero, dandole un benvenuto in rete e un «brava» per il suo ultimo «tweet». Probabilmente si riferisce a quello in cui un Avatar del ministro del Welfare definisce «vergognoso» il rinvio del taglio agli stipendi sui parlamentari. In un altro post la falsa Fornero ne dice di tutti i colori a Silvio Berlusconi, invitandolo a smetterla di definire «benestanti» gli italiani.

Sì, perché sul web si aggirano diversi falsi ministri, identità volatili difficili da catturare. E contro le quali, a quanto sembra, si può fare ben poco. Il profilo di Mario Monti pare che sia stato cancellato a novembre, ma subito è ricomparso. In un account ironico il clone del premier dice: «Chiedere sacrifici, credetemi, fa male». E ancora: «Non ci sono sorrisi o battute in questo Consiglio: decidiamo concordi ma sappiamo il costo delle decisioni». Sospetto è il fatto che segnali il falso account di Passera.

L’unico ministro che pare sbarcato effettivamente su Twitter, in due lingue, è quello degli Esteri: Giulio Terzi di Sant’Agata. E non sono mancate le critiche. Tra ministri veri e finti la confusione aumenta.

Chi può esserci dietro agli Avatar ministeriali? Il clone del titolare dello Sviluppo fornisce un indizio: «Continuano a definire questo profilo un falso, magari creato dal giornalista Tommaso Debenedetti. No, sono Corrado Passera!».

Di chi parla? «Il genio della truffa», «campione della menzogna», «acronimo di imbroglione», sono alcune delle definizioni date al freelance che ha inventato un’intervista al romanziere Philiph Roth, pubblicata da Libero nel 2009. Si è scoperto che ne ha collezionate parecchie. Ma che sia il padre del Passera cinguettante è tutto da dimostrare.

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