Alleanza europea per far nascere una «coscienza biotecnologica»

Ignazio Mormino

Le biotecnologie renderanno più ricco e vivibile il mondo di domani. Ne è certo il professor Leonardo Santi, oncologo, cattedratico nell’università di Genova, presidente dal 1992 del Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie. Santi parla d’una nuova «coscienza biotecnologica» e insiste sul significato della parola greca bios: vita, che entrerà a buon diritto nel futuro lessico scientifico.
Nel 2000 l’Unione europea ha elaborato un Piano che riguarda appunto «le scienze della vita» ed ha sollecitato tutti i Paesi a rispettarlo. Questo Piano comprende un «suggerimento» stimolante: la «raccolta e conservazione di materiale biologico», ovvero la costituzione di vere e proprie Banche tissutali e genetiche fondamentali nella soluzione di casi spesso drammatici. Il professor Santi è orgoglioso d’avere disegnato le linee dello sviluppo biotecnologico italiano e d’avere dato vita a un «Osservatorio» nazionale sulle imprese del settore, che si muovono nell’area della salute ma anche della bio-informatica. «Nel nostro Paese» dice «esistono industrie che sono soltanto biotecnologiche, un centinaio circa, ed altre che utilizzano metodi biotecnologici. Le prime, dislocate quasi sempre nel Nord, fanno anche ricerca avanzata. A livello europeo, esistono quattro «raggruppamenti dell’area biotecnologica. Italia, Francia e Spagna appartengono al quarto raggruppamento; ma ci si muove con uno spirito di aperta collaborazione. Come rappresentante dell’Italia, il professor Santi è spesso invitato all’estero per elaborare progetti di respiro europeo (lui le chiama «azioni comuni» e sottolinea il rapporto privilegiato Italia-Francia).

È vero che la Germania (e in una certa misura anche i Paesi scandinavi) ha raggiunto primati difficilmente superabili, in questo campo; ma è anche vero che l’Italia marcia nella giusta direzione e moltiplica di mese in mese il suo patrimonio biotecnologico. Il professor Santi ha intenzione nei primi mesi del 2006 di presentare un «bilancio» dell’attività svolta dalla Commissione che presiede.

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