Avversarie gonfiate di botte e messe ko: i video di Imane Khelif sul ring

L'elevato livello di testosterone e i geni XY di Imane Khelif sono incompatibili con le competizioni femminili: dai video la superiorità fisica incolmabile è lampante

Avversarie gonfiate di botte e messe ko: i video di Imane Khelif sul ring
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Imane Khelif, che sia trans o intersex (come ci hanno tenuto a specificare Monica Cirinnà e Laura Boldrini) ha livelli di testosterone superiori alla norma e cromosomi XY. Questa è una certezza scientifica e, se anche si identifica come donna fin dalla nascita, Khelif ha indubbiamente un vantaggio sulle sfidanti. Si può discutere su tutto, ma il risultato non cambia: biologicamente Khelif è un uomo e questo crea non pochi problemi a livello sportivo. È vero che ha gareggiato già alle Olimpiadi di Tokyo e che non ha un percorso netto nella sua carriera pugilistica, come ci tengono a far notare quelli che usano la scarsa qualità come boxeur come giustificazione per il suo essere donna. Tuttavia, è sufficiente guardare i video che vedono Khelif battersi contro le avversarie per rendersi conto che la sfida non è equa.

Il caso più eclatante è la sfida sul ring contro la messicana Brianda Tamara Cruz Sandoval, il cui volto tumefatto e abnormemente gonfio dopo averle prese da Khelif dice più di mille parole. "I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, né nei miei sparring con gli uomini. Grazie a Dio quel giorno sono uscita dal ring sana e salva, ed è bello che finalmente se ne siano accorti", ha dichiarato il pugile quando Khelif è stata sottoposta ai test genetici, non superati. E si può stare a sindacare, come fa il Cio, sul fatto che sul passaporto sia donna e che quindi a loro basti questo per considerare Khelif una donna. Si può anche discutere sul fatto che sia donna dalla nascita, ma il disturbo ormonale di cui soffre, certificato, porta a un aumento di testosterone che non è compatibile con una competizione femminile. Se la federazione mondiale ha escluso Khelif, con Lin Yu-Ting, perché "cercavano di ingannare i loro colleghi e fingevano di essere donne", un motivo c'è.

Barcollanti, stordite, instabili sulle gambe: così si presentano le avversarie di Khelif dopo un incontro. Non che non capiti anche tra sfidanti regolarmente donne, ma la potenza con la quale sferra i colpi sul volto delle avversarie è sotto gli occhi di tutti o, almeno, di tutti quelli che vogliono vederlo. In un incontro del circuito asiatico, Khalif colpisce talmente forte l'avversaria che l'arbitro si deve intromettere per fermare il suoi colpi e impedire che la pugile thailandese contro la quale combatteva subisse danni gravi. Il modo in cui Khelif porta il pugno, la forza con la quale colpisce le avversarie e il fatto che i loro colpi abbiano un così basso impatto sul suo corpo, non sono casuali. Quando Khelif vince per ko, mentre le avversarie sono a terra, le immagini mostrano la sua andatura sempre tranquilla, mai affaticata o provata, segno che il combattimento non ha avuto conseguenze sul suo fisico.

Il testosterone a livelli così alti conferisce una più elevata capacità di resistenza, oltre che una maggiore potenza. Si può parlare di doping naturale? In un certo senso sì. Non è noto se Khelif abbia provato a equilibrare i suoi livelli ormonali con una cura a base di estrogeni per provare ad abbassare il testosterone.

I geni maschili XY resterebbero, ma potrebbe abbassare gli ormoni. Ma forse non è di suo interesse, perché comunque può competere e mettere un'ipoteca sulla vittoria. Questo non garantisce una vittoria, ma è sicuramente un buon punto di vantaggio.

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