L'unica forza per stare in equilibrio sul filo della vita è il peso dell'amore. E lei ne deve avere tanto di amore per continuare a divertirsi nel suo sport, la scherma. Arianna Errigo non perde il filo: per la terza volta è campionessa d’Europa nel fioretto nel giorno della tripletta italiana nella sciabola maschile. Fresca di nomina come portabandiera per Parigi, puntualmente, la Errigo trionfa a Basilea, in Svizzera, e lancia un segnale in ottica Giochi. Come Tamberi, ieri secondo con 2,23 in piazza a Kosice, campione continentale a Roma. «Sono felicissima perché siamo a ridosso di un’Olimpiade- racconta Arianna -. E poi avevo visto che Gimbo aveva vinto l’Europeo, da portabandiera. Ho pensato: posso rimanere indietro? No!».
Gli alfieri azzurri ci hanno preso gusto.
A 36 anni Arianna continua a regalarci e regalarsi soddisfazioni immense: è un mito senza tempo. Infinita. L’abbraccio con Stefano Cerioni, dopo l’ultima stoccata vincente, il ct che l’ha aspettata l’anno scorso dopo la maternità, è commovente.
C’è anche spazio per un urlo liberatorio che scuote l’arena Jakobshalle.
A dire il vero non è stata per niente una passeggiata, per Arianna. Che dopo aver vinto 15-9 il derby azzurro dei quarti di finale contro Martina Favaretto, ha dovuto tirare fuori il massimo dalle poche energie rimaste. Ha sofferto in semifinale, quando si è ritrovata in difficoltà contro una rivale di 18 anni, la britannica Stutchbury, che ha battuto solo all’ultima stoccata 15-14; in finale, invece, è riuscita a prevalere sulla 22enne ucraina Myroniuk piazzando undici stoccate di fila e dopo essere stata in svantaggio 4-10. Una rimonta d’oro. «Sono felicissima dice un’emozionata Errigo-, perché sono arrivata in finale cotta. Sul 4-10 sinceramente da una parte avevo perso le speranze, ma dall’altra non volevo mollare. Sono riuscita a fare un incontro incredibile e portare a casa il mio terzo oro europeo individuale». È il primo da mamma dei due gemelli, Mirea e Stefano, in trasferta anche loro. «I bimbi sono qui con me. Questo risultato a 36 anni da mamma ha un sapore speciale».
Trentasei anni ce li ha anche Luigi Samele, bronzo nella sciabola maschile alle spalle di Luca Curatoli, d’argento, e Michele Gallo, al primo sigillo europeo. Una tripletta azzurra da sballo.
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