Russ Cook, il Forrest Gump britannico che si è fatto tutta l'Africa a piedi

Ci ha messo quasi un anno e ha percorso circa 16mila km: l'epica (e benefica) impresa di un atleta con un passato nell'alcolismo che ha saputo riscattarsi

Instagram di Russel Cook
Instagram di Russel Cook
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Alla fine ha dovuto cedere e ammetterlo anche lui: "Sì, mi sento un po' stanchino". Come Tom Hanks nei panni di Forrest Gump. Solo che lui è britannico. Solo che questo non è stato un film. Perché Russel Cook, ultramaratoneta ventisettenne con un passato intricato e qualche dribbling necessario ai problemi con la bottiglia, ha veramente coperto a piedi la gigantesca distanza di oltre 16mila km. Quelli che servono per andare da un capo all'altro dell'Africa, correndo. Per farlo, ci ha messo meno di un anno: se l'è cavata in appena 352 giorni. Ma il numero probabilmente più impattante è quello rappresentato dalle circa 790mila sterline che è riuscito a raccogliere lungo il suo viaggio, destinandole a due associazioni benefiche. The Running Charity, che aiuta i giovani senzatetto, e Sandblast, che sostiene il popolo sahrawi.

Dopo un durissimo programma di allenamento, l'ultramaratoneta Cook si era proposto di partire da Capo Agulhas in Sudafrica per arrivare a Cap Angela, in Tunisia, nello spazio di 240 giorni. Start: aprile 2023. Solo che le cose non vanno quasi mai come le programmi. Durante il percorso Russel e la squadra che ne monitora i progressi sono costretti ad attraversare condizioni avverse, devono gestire i naturali problemi di affaticamento dell'atleta e i pericoli che inevitabilmente si annidano in una traversata così lunga.

Russ Cook 2
Cook al traguardo: è la prima persona ad aver attraversato l'Africa a corsa (Instagram)

Una volta arrivati in Angola, dopo cinquanta giorni di viaggio, vengono tutti rapinati e privati dei passaporti. Via i telefoni, le telecamere, i soldi. Un guaio che richiede di rallentare la corsa, ma non certo di fermarla. Districato questo garbuglio, Cook si trova alle prese con un altro problema: giunto in Nigeria, si trova piegato in due da un forte dolore alla schiena. Poco dopo inizia ad urinare sangue. Lo sforzo è evidentemente estremo, ma appena rimesso, il britannico riparte. L'impresa, del resto, è troppo rilevante per deporre le armi. Cook sa di essere il primo essere umano al mondo a tentarla. Getta un paio di Hooka consumate, ne infila uno nuovo e riparte.

Nella coda della sua impresa è nascosta un'altra insidia, che pare avere il retrogusto della beffa. A causa della mancanza del passaporto l'Algeria non intende farlo passare, ma la situazione si risolve anche in questo caso, quando le autorità vengono informate delle finalità solidali connesse al suo lungo viaggio. Cook, una maglietta dell'Inghilterra sul petto e una folta barba rossa, incolta da giorni, passa attraverso il Sahara e giunge fino in fondo.

A distanza di qualche giorno da quell'incredibile traguardo,

parla così ai media britannici che lo circondano: "Correre attraverso tutta l'Africa è stata davvero dura. Quando sono arrivato ho baciato la mia ragazza e mi sono scolato un daiquiri alla fragola. Ero stanchino, lo ammetto".

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