Aveva arrangiato un giaciglio di cartoni nel sottopasso del Mortirolo, dietro la Stazione Centrale. Da tempo e come tanti altri senza tetto come lo era lui. Lui, un senegalese di 52 anni, per ora senza neanche un nome, è stato trovato così, senza vita, freddo, più freddo delle temperature glaciali di questi giorni. A capire che c'era qualcosa che non andava, un altro clochard che dormiva poco più in là. Poi è stato tutto un rincorrersi di allarmi. Alle associazione di volontariato, al 112, all'ambulanza, ai numeri dell'emergenza. E un rincorrersi di interventi. I volontari, i medici, i carabinieri. Ma era troppo tardi. Nessun segno di violenza, ma un arresto cardiocircolatrio ha notificato il medico che ha ora disposto l'autopsia per certificare che la causa della morte sia stato davvero il freddo. Lui, il senegalese del '70 senza tetto e senza nome, sarebbe così il terzo uomo nelle ultime settimane che perde la vita per il gelo. Era finita così la vita di un sessantenne, neanche un mese fa, in via Baroni, zona Gratosoglio.
E appena una quindicina di giorni prima, un altro senzatetto, di 40 anni, era stato trovato morto in via Ferrari, a due passi dalla stazione Garibaldi, nello stesso punto in cui qualche mese prima avevano perso la vita altri tre clochard. Tanti, troppi, in un anno che peraltro a Milano conosce il freddo solo ora. «Una tragica morte» l'ha definita l'assessore alle Politiche sociali Lamberto Bertolè. «Ma il nucleo vigili emergenza sociale, tanto decantato dall'amministrazione di centrosinistra dov'è?» chiede Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d'Italia.
Dall'assessorato del Comune spiegano che ogni sera qui e in altre parti della città, passano le unità mobili coordinate dal Comune per convincere i senzatetto ad accettare un posto al caldo e che proprio martedì scorso è stata aperta la struttura di via Sammartini con altri 40 posti, oltre alle 600 persone accolte in un mese e mezzo con il Piano Freddo. Ma spesso i posti restano vuoti. Non si fidano. La maggior parte - dicono - sono stranieri e hanno paura di essere identificati, trattenuti in città e invece vogliono proseguire il loro viaggio in qualche altro paese.
Per De Corato invece «purtroppo, i clochard, si rifiutano di andare nei Centri di accoglienza perché sono pieni di gente che delinque e verrebbero pestati e derubati dei loro pochi averi. In quei Centri nessuno fa rispettare le leggi ed ognuno è libero di fare ciò che vuole. I senzatetto, quindi, preferiscono stare a terra nelle diverse zone, soprattutto nei vari sottopassi della Centrale». E ricorda che solo 8 giorni fa aveva denunciato quello che succede proprio qui, «ma nessuno mi ha ascoltato».
Intanto Majorino, in corsa con il centro sinistra per la presidenza della Regione non ha perso tempo: «Credo che Regione Lombardia debba aiutare
a gestire i piani per i senzatetto e non lasciare soli i Comuni e il terzo settore». Eppure «quando ero assessore alle politiche sociali la sinistra diceva che era colpa mia ogni decesso», gli ha risposto Tiziana Maiolo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.