Il 2011 sarà l'anno cruciale per capire il futuro delle imprese edili in Italia. E i costruttori, per far sentire il loro grido d'allarme, si preparano alla manifestazione del primo dicembre a piazza Montecitorio: gli Stati generali dell'edilizia.
Avranno in testa i caschi gialli dei cantieri, addosso la fascia rossa che delimita i lavori in corso, al fianco i sindacati e le associazioni di categoria.
«Non è un'iniziativa solo di protesta - spiega il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti-,o di contestazione a questo governo, ma un discorso serio, di proposta e di ricerca di dialogo con tutte le forze politiche. Riconosciamo che alcuni provvedimenti positivi sono stati presi, ma la crisi economica minaccia seriamente questo settore e c'è bisogno di risposte al più presto».
Malgrado la crisi politica, per il presidente nazionale dei costruttori questo può essere « il momento migliore, quello di una svolta dalla quale ripartire». « Il nostro settore - sottolinea Buzzetti- ha bisogno di stabilità politica. Consideriamo che questo governo rimanga e ci preoccupiamo del fatto che l'anno prossimo molte imprese potrebbero non sopravvivere. Non potevamo aspettare che il quadro politico si chiarisse».
Il numero uno dei costruttori parla alla presentazione dei dati dell'Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni, che prevedono per il 2011 la perdita di 290 mila posti di lavoro, considerando anche i settori collegati, mentre ora siamo già a 250 mila.
In 4 anni, compreso il prossimo, il settore delle costruzioni avrà perduto il 17,8 per cento in termini di investimenti, circa 29 miliardi di euro e nel settore delle costruzioni in particolare il 34 per cento. Quanto agli investimenti nei lavori pubblici il calo in 7 anni si stima del 32 per cento e per il 2011 si prevede un'ulteriore flessione, soprattutto per le nuove abitazioni (meno 4 per cento), mentre c'è un lieve aumento nelle ristrutturazioni ( più 0,5).
Torna, invece, a crescere il settore immobiliare residenziale nel primo semestre di quest'anno, con un più 4,4 per cento che interrompe una lunga serie di segni meno.
In Italia, sostiene l'Ance, non c'è nessuna «bolla» immobiliare ed esiste ancora un fabbisogno di case insoddisfatto di circa 423 mila abitazioni.
«La ripresa non c'è -afferma Buzzetti - la crisi continua e durerà per anni, vediamo allora cosa fare. Bisogna cercare di risolvere le cose nell'immediatezza e per le future prospettive, con una programmazione a 5 anni».
I costruttori chiedono al governo di spiegare perché «se le risorse ci sono non si spendono» e di risolvere innanzitutto il problema urgente dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, che interessa quasi la metà delle imprese Ance. Ritardi da parte della pubblica amministrazione in media di 4 mesi, ma fino a 2 anni.
«Siamo convinti - spiega Buzzetti - che prima della nostra manifestazione il governo ci darà alcune delle risposte che attendiamo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.