Conosce bene l'Italia (si divide tra
Amsterdam e le coste della Calabria) ed è uno dei più noti giornalisti ed
anchorman d'Olanda.
Martin Simek, che ne pensa di «Annozero»?
"Non mi piace. Questione di
braccio".
Che
braccio?
"Quello di Santoro, no? Avrà ben
notato che per tutta la puntata non lo abbassa mai. Sempre lì a
gesticolare...".
No, non l'avevo notato. Ma che
c'entra?
"Quello è l'atteggiamento di un
attore, non di un giornalista. Santoro recita, e male, la parte del conduttore.
Come si fa a prendere sul serio uno che parla così... Dovrebbe prendere esempio da
Celentano".
Il
molleggiato?
"Certo. Lui sì che è affidabile:
rilassato ma concentrato al tempo stesso. Quello che dice Celentano dallo
schermo è genuino. Non dico che sia giusto o che la gente debba prenderlo per
verità assoluta. Dico solo che quando Celentano dice una cosa, si vede che ci
crede. E quindi induce il telespettatore ad ascoltarlo e a riflettere. E a
trarre poi le proprie conclusioni autonome".
Come dovrebbe fare un buon
giornalista.
"Già. Ma Santoro è l'opposto di
questo. Lui non conduce un dibattito, ma fomenta lo scontro tra i vari ospiti. E
tiene le redini del programma in modo da far passare per vera una tesi
pregressa. Che, puntata dopo puntata, è sempre contro il vostro presidente del
Consiglio".
A proposito del premier, lei gli ha
appena dedicato un libro: "Berlusconi, una leadership
moderna"
"Ma non sono un fan di
Berlusconi".
Non lo metto in
dubbio...
"Forse lei. Ma qui in Olanda io ho
questa etichetta. Colpa di "Repubblica"".
Scusi?
"In genere in Olanda i giornalisti,
ma accade in quasi tutto il nord Europa, quando devono parlare dell'Italia,
leggono "Repubblica". E basta. Quindi chiunque tenti, come ho fatto io, di
trattare il caso Berlusconi in modo freddo, distaccato, cercando di dare una
visione analitica del fenomeno, e dunque senza parlare di regimi, viene indicato
come fan del Cavaliere".
Beh, il "regime italiano" e
l'"allarme democratico" sono peraltro due cavalli di battaglia della retorica
nei programmi di Santoro.
"Ma non scherziamo. Io sono fuggito
da Praga, la mia città natale, a vent'anni, quando arrivarono i carrarmati
sovietici. Quello sì che era un regime".
E la libertà d'espressione, secondo
lei, in Italia è garantita a tutti?
"Il fatto stesso che Santoro faccia
un programma del genere lo conferma. In Olanda del resto non glielo
permetterebbero. Lo fermerebbero prima".
Nei libertarissimi Paesi
Bassi?
"Certo. Ma questo vale per quasi
tutti i vostri talk-show".
Perché?
"Tutti che urlano, si interrompono,
non si capisce niente".
Non si salva
nulla?
"L'ultima volta che la vostra tv mi
ha interessato è stato il 14 dicembre scorso".
Che programma
era?
"La diretta da Montecitorio delle
dichiarazioni di voto di fiducia al governo. Non molto emozionante, ma almeno lì
i politici potevano fare un discorso senza essere interrotti. Da voi questo non
capita mai".
Mi permette un'ultima
domanda?
"Prego"
Ma ha lei Berlusconi
piace?
"Non mi piace non mi
dispiace"
Una risposta più democristiana che
olandese.
"Allora, le farò un esempio. Io adoro
il tennis. Da sempre. Ma il tennis di oggi non mi piace molto. Non c'è più
eleganza, classe o stile".
Dunque?
"Ora, anche se il tennis moderno non
mi piace, non potrei mai negare che Nadal sia un campione assoluto, un
fuoriclasse. E' il giocatore perfetto per questo tipo di
tennis".
Quindi Berlusconi è il più bravo dei politici in una fase però in cui la politica è brutta?
"Esatto. Aspettate e vedrete. Berlusconi è stato un precursore. I prossimi grandi leader saranno simili a lui".
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