Anche un tank corazzato sarebbe stato distrutto da un’esplosione così vicina

SICUREZZA Non esiste un mezzo invulnerabile, anche se si tratta di un «gioiello» militare

Anche un tank corazzato sarebbe stato distrutto da un’esplosione così vicina

Lo chiamano San Lince. E un motivo c’è. I nostri soldati lo hanno battezzato così perché sanno che quando viaggiano su questi mezzi blindati, realizzati dalla Iveco, sono relativamente al sicuro. Relativamente, perché non esiste il mezzo invulnerabile. E mai esisterà. Nell'eterno duello tra corazza e cannone è sempre possibile impiegare un'arma più potente, in grado di avere ragione di qualunque difesa. Lo sanno bene gli israeliani, che ritenevano i loro carri armati Merkava, mostri da 60 tonnellate, quasi invulnerabili. Non è così, perché Hezbollah è riuscito a farli saltare letteralmente in aria impiegando mine con 300 chili di esplosivo. Lo stesso vale per i carri Abrams americani, foderati con corazze in uranio impoverito, che in qualche caso furono vittime di potenti mine improvvisate irachene.
Quindi neanche il Lince italiano è a prova di tutto. I talebani hanno capito perfettamente che le forze Nato e americane stanno aumentando il livello di protezione dei propri soldati impiegando mezzi sempre più corazzati. E quindi utilizzano nei loro attacchi ordigni via via più potenti, senza peraltro disporre delle armi sofisticate autoforgianti fornite dall'Iran alla guerriglia irachena. Non c'è nessun «cambio di qualità» nelle armi dei guerriglieri, i quali applicano il buon senso e il poco di cui dispongono.

Nel caso del tragico attacco di Kabul i talebani hanno impiegato un fuoristrada imbottito con quasi 200 chili di esplosivo. Una enorme bomba semovente. E intelligente. Più del solito: i kamikaze erano due, a testimoniare come un attacco urbano a Kabul non sia semplice e richieda un secondo miliziano a coadiuvare il conduttore.
Contro una bomba così micidiale neanche la cellula di sopravvivenza e i sedili «sospesi» che difendono l'equipaggio dei Lince sono bastati. Anche perché l'esplosione non ha investito il pianale studiato per attenuare l'esplosione di una mina, ma la scocca. Tuttavia, se un mezzo è stato distrutto, il secondo ha resistito ed infatti quattro dei cinque soldati a bordo se la sono cavata con un comprensibile choc e poco altro. È probabile che la vittima fosse il mitragliere, più esposto.

Ci sono superstiti proprio perché il Lince è un mezzo estremamente valido, tra le migliori realizzazioni della categoria a livello mondiale, certamente superiore ai vari Hummer corazzati statunitensi.
E anche la scelta italiana di «accontentarsi» di una postazione per il mitragliere con semplice ralla scudata invece che optare per una torretta telecomandata non è sbagliata: perché offre una «consapevolezza della situazione» e una prontezza di intervento non imitabile dai sistemi di sorveglianza/puntamento delle torrette.
Il Lince poi viene costantemente migliorato sulla base delle esperienze belliche e a medio termine sarà disponibile un Lince 2 più coriaceo. Ma non indistruttibile.

Chi cerca a tutti i costi di fomentare polemiche ha sostenuto che il Lince dovrebbe essere sostituito dal Freccia. Ma è una corbelleria, perché il Lince è una sorte di super-jeep a due assi, che pesa 4,3 tonnellate a vuoto e 7 tonnellate a pieno carico e porta 4 o 5 uomini. Il Freccia è invece un mezzo da combattimento della fanteria che pesa 27 tonnellate, è ben più grande e porta 11 soldati. È un mezzo diverso che svolge un ruolo diverso. Quando arriverà in Afghanistan sarà benvenuto, perché amplierà la panoplia del nostro contingente, integrando il Lince, che rimane insostituibile.

Poco da dire infine sulle regole di ingaggio: è vero, la jeep dei kamikaze si è fatta esplodere dopo essersi infilata tra i due Lince che costituivano il convoglio. Un comportamento proibito. Però chi ha viaggiato su un convoglio per le vie di Kabul sa che è impossibile pretendere il rispetto ferreo di queste regole, né i mitraglieri possono aprire il fuoco su ogni auto che si avvicina troppo. In questo caso poi difficilmente c'è stato anche solo il tempo per sparare, né aprendo il fuoco sarebbero cambiato qualcosa.

Piuttosto è grave la capacità dei guerriglieri di organizzare un attacco a un convoglio in movimento a Kabul usando un veicolo. Cosa che presuppone una efficace intelligence tattica, se non peggio, ed una buona capacità di comando, controllo e comunicazioni. Un pericolo in più.

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