Roma - "Mettere in discussione, in maniera così violenta, un’istituzione, rischia di sovvertire gli equilibri". All'indomani della denuncia mossa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusoni contro i giudici politicizzati, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, torna a difendere l'operato della magistratura. "E' una situazione che si trascina dal 1992, cioè dall’inizio di Tangentopoli - puntualizza Palamara - ma negli ultimi tempi ha raggiunto livelli mai visti:ogni inchiesta giudiziaria viene strumentalizzata". Ma il Pdl smentisce Palamara spiegando che "la riforma è pensata per i cittadini e i magistrati imparziali", mentre l’Anm, "come il lupo di Fedro, punta a gettare sugli altri le proprie colpe".
Magistratura e politica Secondo Palamara, "la magistratura non fa politica" e "i politici non dovrebbero parlare, né interferire con il lavoro dei magistrati". Il presidente dell'Anm torna ad accusare il premier: "Con le sue affermazioni delegittima l’istituzione della magistratura e cerca di portarla in un terreno che non le è proprio". Secondo il leader del sindacato delle toghe "ormai non si può più parlare di reciproco rispetto" e "dall’avvento di Tangentopoli" non si fa che "strumentalizzare ogni inchiesta giudiziari"a". I magistrati hanno tantissimo lavoro da svolgere e dovrebbero poterlo fare in serenit", aggiunge Palamara auspicando che "la maggioranza, a prescindere dalle persone che la compongono, faccia il bene del Paese e si preoccupi delle riforme, che ultimamente languono, invece di perdere tempo con stucchevoli botta e risposta".
Pdl: "Riforma per cittadini e magistrati imparziali" Nonostante il sindacato continui a ostracizzare la riforma, il Pdl tira dritto. "Qualcuno non capisce o fa finta di non capire - interviene il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone - sia la riforma liberale della giustizia penale sia la commissione di inchiesta preannunciate da Silvio Berlusconi sono strumenti al servizio dei cittadini, di una giustizia davvero giusta, e dei magistrati onesti e capaci, che certo non temono un cambiamento in senso liberale e garantista". E conclude: "Il Csm pretende di agire da 'terza Camera', a spese dei due rami del Parlamento; i magistrati pretendono di giudicare cosa il parlamento e il governo debbano o non debbano fare, con ciò travolgendo il principio della divisione delle funzioni e dei poteri; l’Anm interviene con forme, modalità e contenuti propri di un partito politico o di un gruppo parlamentare".
"La passione politica è una cosa meravigliosa: mal si concilia, però, con l’esercizio della professione di magistrato - conclude il portavoce del Pdl - chi ha voglia di fare politica, lasci la toga, dunque. Ma guai a chiunque dovesse pensare di fare politica servendosi proprio della toga".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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