"Anora" spariglia e lascia a bocca asciutta Netflix e Demi Moore. Bis di Adrien Brody

Delusione Italia: niente statuetta per Isabella Rossellini. La trans Gascón "punita" per i tweet

"Anora" spariglia e lascia a bocca asciutta Netflix e Demi Moore. Bis di Adrien Brody
00:00 00:00

È stata la commedia agro-dolce Anora la grande vincitrice della novantasettesima edizione degli Oscar, nella notte fra domenica e lunedì a Los Angeles. La storia di una lavoratrice del sesso che sposa il figlio di un oligarca russo per poi vedere i genitori di lui infrangere i suoi sogni è il miglior film del 2024 per i membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Sean Baker che di Anora è sceneggiatore, regista, produttore e montatore ha vinto tutto: oltre alla statuetta per il miglior film, anche quella per la regia, il montaggio e la sceneggiatura originale. È un record. Solo Walt Disney, ma per film diversi, aveva vinto in tutte e quattro le categorie.

Il quinto Oscar del film è andato alla sua protagonista, la venticinquenne Mikey Madison. Ha battuto Demi Moore che dopo le vittorie ai Golden Globes, ai Sag, ai Critics Choice Awards, pensava di avere l'Oscar in tasca. The Substance, l'horror sull'ossessione per la giovinezza che la vede protagonista, ha ottenuto solo la statuetta per il make up. Altrettanto deludente è stata la performance di uno dei grandi favoriti, Emilia Pérez. Il musical di Netflix - boicottato dopo la scoperta di un buon numero di post razzisti e antisemiti di Karla Sofia Gascón, la star trans candidata fra le migliori attrici protagoniste - nonostante le 13 candidature ha portato a casa solo due statuette, pur prestigiose: migliore canzone, El Mal, e migliore attrice non protagonista, Zoe Saldana, che sul palco ha ringraziato il marito italiano, con i suoi «bei capelli». Il suo ruolo nel musical non è poi così complementare e forse sarebbe stato più corretto inserirla fra le cinque migliori protagoniste. Se così fosse stato, forse Isabella Rossellini avrebbe avuto maggiori chance di vittoria. Conclave, il bel film di Edward Berger che la vede recitare nei panni di Suor Agnese, ha ottenuto solo la statuetta alla migliore sceneggiatura non originale, andata a Peter Straughan. Con la sconfitta della Rossellini l'Italia è rimasta a bocca asciutta. Vermiglio infatti, il nostro candidato per la corsa al miglior film internazionale, era già stato escluso dalla cinquina in finale. A vincere fra i film stranieri è stato, per la prima volta nella storia degli Oscar, un film brasiliano, il dramma della dittatura militare degli anni Settanta Io sono ancora qui, di Walter Salles.

Delusione per A Complete Unknown. Il film sul giovane Bob Dylan non ha portato a casa statuette e il suo interprete, Timothée Chalamet, si è visto battere nella cinquina del miglior attore protagonista da Adrien Brody che, dopo Il pianista, nel 2003, ancora una volta vince l'Oscar per aver vestito i panni di un ebreo perseguitato. Accade in The Brutalist, sulla vita dell'architetto ungherese László Tóth, rifugiato negli Stati Uniti dopo essere sfuggito ai campi di concentramento tedeschi e al regime comunista sovietico. «Sono qui ancora una volta per rappresentare i traumi e le ripercussioni della guerra, della oppressione sistematica e dell'antisemitismo e razzismo - ha detto nel suo lungo discorso d'accettazione interrotto due volte dalla musica senza che lui perdesse aplomb - prego per un mondo più inclusivo e felice. Credo che se il passato può insegnare qualcosa, questo è che l'odio non deve mai passare inosservato». Molto sboccato invece, e dunque quasi intraducibile, il discorso di accettazione di Kieran Culkin, miglior attore non protagonista con A Real Pain di Jesse Eisenberg.

Visto il clima geopolitico teso degli ultimi tempi, il conduttore della serata, Conan O'Brien si è concesso poche battute pungenti: «Anora sta vincendo molto. È un'ottima notizia, credo che gli americani siano entusiasti nel vedere qualcuno finalmente tenere testa ad un russo potente», ha detto il comico. Guy Pierce, candidato per The Brutalist, ha indossato una spilla pro-Ucraina e lo stesso ha fatto Daryl Hannah, sul palco come presentatrice.

L'attenzione al conflitto nella striscia di Gaza è arrivato con la vittoria del documentario di un collettivo israelo-palestinese No Other Land, sulla distruzione di un villaggio della Cisgiordania.

Toccante il segmento «In memoriam», con il quale ogni anno il mondo del cinema rende omaggio ai colleghi scomparsi. Morgan Freeman ha ricordato il suo grande amico Gene Hackman.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica