Archeologia, scoperta la reggia della città dove crebbero Romolo e Remo

Portata alla luce una grande residenza del VI secolo avanti Cristo a Gabii, la colonia di Alba Longa dove secondo Plutarco furono educati i fondatori di Roma. Muraglie alte due metri, pavimenti in pietra, statue e fregi in terracotta

Tre stanze non comunicanti tra loro che, con tutta probabilità erano affacciate su un grande portico e che, quasi certamente, erano ambienti destinati al culto. Eccola - incredibile per i suoi muri raffinati e ancora intatti nella loro altezza di circa due metri - a Gabii, venti chilometri a sud di Roma, lungo la via Prenestina, la residenza del rex che governava la città latina dove secondo il mito fondativo di Roma crebbero Romolo e Remo.
Gli archeologi della Sovrintendenza di Roma e quelli dell'Università di Roma 2 che insieme l'hanno riportata alla luce tra settembre e dicembre 2009 sono convinti che si tratti della Casa dei Tarquini a Gabii, una reggia costruita nel sesto secolo avanti Cristo, forse su un edificio preesistente. Era una reggia sfarzosa con un tetto decorato da statue e da un fregio in terracotta riconducibile alla famiglia dei Tarquini. I muri, eretti certamente da maestranze arrivate da Roma erano intonacati e dipinti. E gran parte del valore del ritrovamento sta nel fatto che nella capitale e nei dintorni la quasi totalità degli edifici della Roma dei re è stata distrutta già in epoca repubblicana.
Sotto il pavimento in pietra della residenza sono state ritrovate, intatte, le fosse di sacrifici rituali fatti per inaugurare il cantiere. In cinque di queste i corpi di altrettanti bimbi nati morti. Ma non si tratta di resti di sacrifici umani, precisano concordi il sovrintendente archeologo Angelo Bottini e il professore di Roma 2 Marco Fabbri. Indizio certo però che si trattava di una casa molto importante. Costato fino ad oggi 60mila euro lo scavo deve ora continuare. Si spera di trovare il tetto e gli altri ambienti della Regia. Cercheremo di stanziare altre risorse, fa sapere il governo.
La città latina di Gabii, colonia di Alba Longa, fu scoperta solo nel XVIII secolo ma da allora ha regalato agli archeologi sorprese di inestimabile valore come una grande necropoli dell'età del ferro (IX secolo avanti Cristo) con oltre 700 tombe, la più antica iscrizione in latino del mondo (750 avanti Cristo) e la più antica iscrizione in greco mai trovata in Italia (650 avanti Cristo).


Secondo la tradizione riportata da Plutarco a Gabii furono educati Romolo e Remo, dopo essere stati prima allattati dalla lupa e poi accuditi dai due pastori Faustolo e Acca Larentia che abitavano sul colle Palatino. Il colle dove i due gemelli, una volta, adulti vollero fondare una nuova città.

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