Nel Parco naturale dell'Uccellina, in provincia di Grosseto, sono stati riportati alla luce lungo il corso dell'Ombrone i resti di un edificio di grandi dimensioni parallelo al corso del fiume. Il sistema di ambienti rinvenuto sembra essere la «Mansio ad Umbronem» citata da vari storici e dall'Anonimo Ravennate, ovvero una stazione di posta situata nei pressi della via Aurelia che doveva servire come punto strategico di immagazzinamento e ridistribuzione delle merci provenienti sia dalla strada per Roselle che da un porto di cabotaggio posizionato vicino all'antica foce dell'Ombrone. Insomma, una specie di interporto dell'antichità, un centro logistico intermodale per il trasporto via terra e via acqua.
A conferma di questa ipotesi sono tornati alla luce numerosi reperti ceramici, vitrei e numismatici ritrovati durante lo scavo (oltre 80 monete, numerosi frammenti di oggetti in metallo, ceramica proveniente da tutto il Mediterraneo - Africa in particolare - e una statuetta votiva in terracotta recante il busto di Serapide). Questi reperti consentono di datare l'edificio al II secolo dopo Cristo con una continuità di vita che sembra spingersi almeno fino al IV secolo dopo Cristo.
La recente scoperta, unita a quella avvenuta lo scorso anno di un tempio in località Scoglietto (sempre all'interno del Parco naturale della Maremma), conferma in maniera inequivocabile la presenza di insediamenti romani sul territorio costiero della Maremma, insediamenti che fungevano da indispensabile collegamento tra le città dell'interno, Roselle e Heba solo per citare due nomi, e i porti dell'Africa e del Mediterraneo. La campagna di scavi rientra nel progetto di indagine e valorizzazione del patrimonio storico del Parco Naturale della Maremma, è finanziata dalla Fondazione Montepaschi, dalla Pro Loco Alborensis e usufruisce della collaborazione del Consorsio di Bonifica Grossetana.
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