Hanno confessato due dei militanti salafiti arrestati ieri dalla polizia di Hamas nella Striscia di Gaza nel quadro delle indagini sul rapimento e l’uccisione del volontario italiano Vittorio Arrigoni. Lo riferiscono all’ANSA fonti investigative locali, precisando che uno dei due è ritenuto il killer di Arrigoni, mentre l’altro ha ammesso di avere svolto un ruolo di fiancheggiatore nella logistica del sequestro.
In totale resta fermo a tre il numero
delle persone arrestate in quanto accusate di una qualche forma di coinvolgimento diretto nel crimine: i due di cui si era saputo ieri, più un
terzo di cui si è avuta notizia nelle prime ore di oggi.
Il terzo uomo, sospettato di complicità nella preparazione del rapimento, non risulta al momento essere reo confesso a differenza del presunto
assassino, l’uomo che avrebbe strangolato Arrigoni con la sue mani, con un cavo metallico o qualcosa di simile e dell’altro fiancheggiatore.
"I servizi di sicurezza proseguono nel tentativo di rintracciare altri membri del gruppo responsabile dell’assassinio", ha spiegato il ministero
dell’Interno di Hamas.
Intanto la salma di Vittorio Arrigoni potrebbe essere trasferita in Egitto domani (ma non prima), tramite il valico di Rafah, per poi proseguire verso l’Italia. Lo si è appreso oggi da fonti palestinesi informate a Gaza City. Secondo queste fonti, un legale italiano è partito oggi per il Cairo per conto della famiglia di Arrigoni, per occuparsi proprio del trasferimento della salma dall’Egitto e delle procedure necessarie. La famiglia, come ha confermato la madre dell’ucciso, vorrebbe evitare il passaggio del feretro attraverso Israele, per rispetto alla memoria dello scomparso e alla sua battaglia contro le politiche israeliane nei territori palestinesi. Battaglia che in alcuni casi costò a Vittorio Arrigoni provvedimenti di fermo da parte delle autorità israeliane e brevi periodi di detenzione.
Fonti di uno dei gruppi ultraintegralisti salafiti della Striscia di Gaza sabato hanno ammesso all'Ansa la responsabilità di una loro cellula "fuori controllo" nel rapimento e nella feroce uccisione dell'attivista italiano. "A uccidere Vittorio - hanno aggiunto - è stato un gruppo di estremisti isolati".
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