"Gli attacchi al Papa sono come l'antisemitismo" Ebrei contro il predicatore vaticano: è polemica

Il predicatore della Casa Pontificia cita lettera dell'amico ebreo: l’uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell’antisemitismo. Rabbia dalla comunità ebraiche in Europa e negli Stati Uniti: "Vergogna"

"Gli attacchi al Papa sono come l'antisemitismo" 
Ebrei contro il predicatore vaticano: è polemica

Roma - Gli attacchi mediatici contro il Papa per lo scandalo pedofilia "ricordano gli aspetti più vergognosi dell’antisemitismo". Ad affermarlo il predicatore pontificio, padre Raniero Cantalamessa, citando una lettera di un amico ebreo nell’omelia pronunciata a San Pietro nella celebrazione della Passione del Signore presieduta da Benedetto XVI. Ma il paragone fatto dal predicatore della Casa Pontificia è stato accolto con stupore e rabbia dalla comunità ebraiche in Europa e negli Stati Uniti.

La difesa del Papa "Per una rara coincidenza - ha detto il cappuccino nel testo della sua omelia diffusa anche dall'Osservatore romano - quest’anno la nostra Pasqua cade nelle stessa settimana della Pasqua ebraica che ne è l’antenata e la matrice dentro cui si è formata. Questo ci spinge a rivolgere un pensiero ai fratelli ebrei. Essi sanno per esperienza cosa significa essere vittime della violenza collettiva e anche per questo sono pronti a riconoscerne i sintomi ricorrenti. Ho ricevuto in questi giorni la lettera di un amico ebreo e, con il suo permesso, ne condivido qui una parte. Dice: 'Sto seguendo con disgusto l’attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero'", ha proseguito Cantalamessa in trasparente riferimento alla critiche rivolte alla Chiesa cattolica per i preti pedofili. "L’uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell’antisemitismo. Desidero pertanto esprimere a lei personalmente, al Papa e a tutta la Chiesa la mia solidarietà di ebreo del dialogo e di tutti coloro che nel mondo ebraico (e sono molti) condividono questi sentimenti di fratellanza. La nostra Pasqua e la vostra hanno indubbi elementi di alterità, ma vivono ambedue nella speranza messianica che sicuramente ci ricongiungerà nell’amore del Padre comune. Auguro perciò a lei e a tutti i cattolici Buona Pasqua".

Padre Lombardi minimizza Il sermone di Cantalamessa ha conquistato le home page di Haaretz e del Jerusalem Post in Israele, del sito della BBC e del New York Times. È quest’ultimo, che nei giorni scorsi aveva chiamato in causa Joseph Ratzinger nel caso del prete pedofilo Lawrence Murphy, a raccogliere il disappunto del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, per quanto affermato dal predicatore pontificio. Lombardi ha sottolineato che le opinioni di Cantalamessa non sono da intendere come una "dichiarazione ufficiale" del Vaticano e che è sbagliato interpretarle come un paragone con l’antisemitismo. Si tratta, invece, di un messaggio di "solidarietà" inviato a padre Cantalamessa da un amico ebreo. "Non credo sia un paragone appropriato - sono le parole di Lombardi riportate dal NYT - ecco perché la lettera va intesa come la solidarietà espressa da un ebreo". "E non è un attacco al mondo ebraico", ha voluto ribadire Lombardi al NYT, che ha escluso un coinvolgimento del papa nella redazione del sermone di Cantalamessa.

La rabbia delle comunità ebraiche La reazione del mondo ebraico, però, va dall’ironia alla furia. Se, secondo quanto scrive ancora il NYT, il rabbino della Comunità di Roma, Riccardo Di Segni, ha sorriso quando gli è stato chiesto un commento sul sermone e ha pregato Dio che "illumini i loro cuori" nel giorno in cui "loro pregano che il Signore illumini i nostri affinchè riconosciamo Gesù", Elan Steinberg, vice presidente dell’Associazione americana di sopravvissuti all’Olocausto, intervistato dalla Reuters, ha invitato Cantalamessa a "provare vergona". "Il paragone è offensivo e insostenibile", ha detto. Il Centro Simon Wiesenthal ha tirato in ballo Ratzinger: "Queste affermazioni ingiuriose sono state fatte in presenza del Papa e il Papa stesso deve chiedere scusa». Il Consiglio ebraico della Germania ha trovato il sermone di Cantalamessa «insolente, osceno e offensivo verso le vittime degli abusi e verso le vittime dell’Olocausto". "Il Vaticano - ha detto il Segretario generale, Stephan Kramer - tenta di trasformare in vittime coloro che hanno perpetrato gli abusi". All’ira del mondo ebraico si è unita l’indignazione delle vittime dei preti pedofili.

Il Network americano delle vittime di abusi da parte dei preti (Snap, nell’acronimo inglese) è durissimo: "Spezza il cuore vedere un esponente di alto rango del Vaticano fare affermazioni insultanti sia per le vittime di abusi sia per il popolo ebraico".

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