In Italia introvabili, all'estero venduti a prezzi decuplicati. "Stop all'esportazione di farmaci"

L'Agenzia italiana del farmaco ha richiesto l'importazione di molti farmaci salvavita per i quali non ci sono alternative: all'estero possono essere venduti anche dieci volte il prezzo di partenza. "Problema complesso e cronico"

In Italia introvabili, all'estero venduti a prezzi decuplicati. "Stop all'esportazione di farmaci"
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Non è un problema nuovo ma si sta in qualche modo cronicizzando: molti farmaci, tra cui alcuni fondamentali per la vita delle persone che ne sono in cura, sono impossibili da trovare sull'intero territorio nazionale costringendo il loro acquisto direttamente dall'estero dove possono costare anche dieci volte di più rispetto al prezzo originario. L'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) si è accorta di questo movimento anomalo bloccando l'esportazione di una trentina di medicinali per evitare che si ripetesse il "giochino" dei prezzi maggiorati ma soprattutto per la mancanza dei prodotti in Italia.

Quali sono le carenze

Se fino a questa estate erano circa 3.600 i farmaci assenti dai banconi, adesso questo numero è aumentato fino a 3.876 su un totale di circa diecimila, stiamo parlando praticamente di un terzo. Se spesso e volentieri ai pazienti viene proposto un medicinale equivalente perché contenente lo stesso principio attivo, in 325 casi si tratta di farmaci unici che non possono essere sostituiti. I casi più gravi, quelli per cui non esiste un'alternativa, l'Aifa li ha stimati in una trentina avviando le procedure per importarli in Italia così da averli sempre disponibili e non essere costretti ad acquistarli dieci volte il prezzo di partenza. Un esempio su tutti: un farmaco fondamentale per le insufficienze al pancreas, chiamato Creon, in Svizzera arriva a costare 125 euro mentre in Italia le farmacie lo vendono poco più di 30 euro.

Le cause

Purtroppo, in questa mancanza di medicinali la causa non è soltanto una ma si tratta di una catena di eventi: si parte dai problemi con la reperibilità del principio attivo che viene prodotto sempre di più in India e Cina per poi aggiungere disservizi con la produzione, burocrazie con gli enti regolatori ma anche possibili maggiori richieste di un particolare farmaco se si verificano emergenze sanitarie. L'Aifa è stata chiara: ogni Regione dovrà segnalare eventuali mancanze di farmaci, se fosse verificata la negligenza dell'azienda produttiva scatterebbero multe e sanzioni. Nel frattempo, l'Aifa ha richiesto che siano importati farmaci molto importanti per chi ha avuto un infarto, per le terapie contro il coagulo del sangue ma anche per trattare artriti, psoriasi e leucemie.

"Problema complesso"

Intervistato da Repubblica, ha spiegato le origini del sistema Pierluigi Russo, direttore tecnico scientifico di Aifa che ha spiegato come in un mondo globalizzato "la questione della carenza di farmaci è un problema complesso, e ormai cronico".

Insediatasi a febbraio 2024, i nuovi membri della Commissione scientifico-economica del ministero della Salute si trovano davanti "un largo arretrato e stanno cercando di ridurre i tempi di intervento, ma non è semplice farlo preventivamente. Spesso dobbiamo inseguire il problema. Un aspetto rilevante sulle carenze è dato dalla comunicazione, a volte una Regione sbaglia a fare la gara di bando e poi va in difficoltà nel reperire il farmaco".

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