Gli aiuti dopo le calamità, la solidarietà, il covid. Il cuore delle penne nere al servizio dell'Italia

L’Ana ha 300mila iscritti e tante medaglie appuntate in 104 anni di storia

Gli aiuti dopo le calamità, la solidarietà, il covid. Il cuore delle penne nere al servizio dell'Italia
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Centoquattro anni di storia, 80 sezioni in Italia e 30 all'estero, 4.500 gruppi e oltre 300mila iscritti (tra ex militari e aggregati). L'Associazione Nazionale Alpini (Ana), che si è radunata in questi giorni ad Udine, non è solo una sfilata come alcuni vogliono far credere, ma molto, molto di più. E neppure una goliardica e colorata moltitudine di ex militari con la penna sul capo alla quale piace bere e cantare la Trentatré come vogliono dipingerla quelli sinistra.

Innanzitutto, affonda le sue radici alla fine della Grande Guerra, nel 1919, quando i reduci, segnati sulla pelle e nell’anima da enormi sacrifici, ritengono d'avere diritto a una riconoscenza che invece gli viene negata. Iniziano a frequentare la birreria Spaten Brau di Milano dove si concretizza un sodalizio fra gli ex alpini che l’8 luglio 1919 si trasforma nella prima assemblea.
Da allora, dopo più di un secolo di vita l’Ana, oltre a ritrovarsi ogni anno per ricordare e onorare i compagni caduti, inanella decine e decine di opere di soccorso e di solidarietà. Il primo esempio di spontanea solidarietà arriva nel 1923 a seguito del disastroso crollo della diga del Gleno in Val di Scalve nella Bergamasca. Dopo il ventennio fascista, l'Ana, decimata nei ranghi, riprende l’opera di soccorso alle popolazioni colpite da calamità. Nel 1957 in Piemonte colpito da alluvioni, nel 1963 per la sciagura della diga del Vajont a Longarone. Nel 1966 ancora per le alluvioni in Trentino.
La svolta decisiva dopo il terremoto che nel 1976 sconvolge il Friuli. L’Ana organizza un imponente progetto di soccorso e di ricostruzione fino al 1978: per l’impegno ed i risultati raggiunti all'Associazione viene conferita la medaglia d'oro al merito civile, il primo ed unico esempio del genere di un alto riconoscimento civico ad un’associazione. Da allora molte altre ne sono seguite: sul Labaro, simbolo dell'Associazione, sono appuntate ben 216 medaglie. Ed è proprio sull'esempio degli alpini che il governo costituisce la Protezione Civile.
Nel 1980 va in soccorso in Basilicata e Campania colpite dal terremoto (altra medaglia al merito civile), nel 1984 per il terremoto in Abruzzo.
Nel 1987 nasce ufficialmente la protezione civile degli Alpini, con piccole e grandi opere di civile solidarietà in Italia e all’estero. Da quel momento l’Ana si dota anche di un ospedale da campo che viene subito utilizzato in Valtellina e Val Brembana dopo una drammatica alluvione.

Poi importanti operazioni nazionali ed internazionali: 1988 in Armenia per il terremoto; 1990 per le alluvioni a Bergamo e Brescia; 1994 in Piemonte ancora per un’alluvione; 1996 per l’alluvione in Versilia; 1997 in Umbria per il terremoto; 1999 in Kosovo; 2000 a Roma per il Giubileo; 2000 a Macugnaga per una frana; 2002 per il terremoto in Molise; 2004 a Beslan; 2005 per lo tsunami in Sri Lanka; 2009 per il terremoto in Abruzzo; 2012 per quello in Emilia. Nel 2020, anno della pandemia, il totale della solidarietà prestata è stata di oltre 40 milioni. Nel 2019 di oltre 70 milioni.

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