Non c’è solo la mania, quando muore un personaggio pubblico, di commemorarlo postando una foto con lui (quando era vivo, ovviamente) per mettere in mostra se stessi. C’è anche quella di annunciare la morte di persone vive. L’ultima fake news funebre è successa di nuovo al giornalista Marino Bartoletti, preso di mira spesso, perché sui social vale tutto pur di avere visibilità.
Tra l’altro molti utenti prendono le fake news per vere (grande problema dei social) senza andare a verificare. Marino l’ha presa con la solita ironia («Ci risiamo, sono morto di nuovo, e a distanza di pochi mesi... secondo voi perdo tempo a morire proprio alla vigilia del settantacinquennale del Festival di Sanremo con tutte le cose che ho da fare? Un affettuoso vaffa... cari sciacalli».
Tuttavia stavolta Marino ha denunciato i cari sciacalli alla Polizia Postale, e secondo me ha fatto bene. Perché c’è gente che vive di click, di qualsiasi tipo. Sui social ti insultano, ti minacciano, e se non ti minacciano di morte ti danno per morto, per avere visualizzazioni. Non che Bartoletti sia scaramantico, piuttosto mi sembra un gesto civico per dare una lezione a imbecilli che guadagnano sulle bufale.
Dai social bisogna anche difendersi, per far sì che diventino un posto migliore (sarà difficile, ma se nessuno fa mai niente non cambierà mai niente).
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