Una foto su WhatsApp per denigrare i magistrati: l'ultima mossa di Grillo

Nell'ultima immagine del profilo il comico inserisce due uomini con caschi da pompieri e maschere e indica, in un cartello, le sue "tariffe" per il traffico di influenze

Una foto su WhatsApp per denigrare i magistrati: l'ultima mossa di Grillo

L'inchiesta su Beppe Grillo per traffico di influenze illecite si arricchisce di un altro (poco esilarante) capitolo. Solo di una settimana fa era la notizia della chiusura delle indagini da parte della procura di Milano sulla sua presunta "mediazione illecita" che sarebbe stata finalizzata a orientare l'azione pubblica di parlamentari "in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby" del patron Vincenzo Onorato. Oggi, la "novità" più importante a riguardo arriva direttamente dal profilo WhatsApp del comico genovese, che ha cambiato recentemente la propria foto profilo.

La nuova trovata di Grillo

L’immagine che si trova aprendo sullo smartphone il contatto di Grillo e ha tutta l'aria di essere un gesto di derisione nei confronti dei magistrati di Milano. La fotografia in questione, infatti, rappresenta due uomini in piedi con il casco da pompiere e una maschera. Una dei due potrebbe essere lo stesso fondatore del Movimento 5 Stelle. Le figure hanno davanti a loro uno scatolone tipo urna elettorale e un cartello coi prezzi. Il titolo del messaggio recita "Traffico di influenze". Sotto c'è il tariffario: "Legge tramvia in centro 2 mila euro"; "Legge pulizia strade 1000 euro"; "Solo tombini 500 euro".

Una serie di riferimenti che, nello spirito originario, volevano ispirare un tono ironico - ma che in realtà hanno tutta l'aria di non essere del tutto comprensibili - ha a che fare proprio con la vicenda che lo ha visto e lo vede tuttora coinvolto. Era il 2019, i 5 Stelle si trovavano al governo, a cavallo tra il Conte 1 e il Conte 2m e Grillo aveva una consulenza in piedi con la società Moby di Vincenzo Onorato. L'accusa ritiene che, nella sua veste di fondatore e garante del partito, tentò di condizionare dei membri del governo, facendosi tramite per alcune richieste dell'imprenditore. Così pochi giorni fa l'ex procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e la pm Cristiana Roveda hanno notificato la chiusura indagine, sulla base delle indagini del Nucleo di polizia economica della Guardia di finanza di Milano, per la presunta "mediazione illecita" da parte del fondatore del Movimento.

Un'operazione potenzialmente controproducente

Ecco dunque spiegata (si fa per dire) l'immagine che è apparsa nelle ultime ore sul proprio profilo della app di messaggistica istantanea. Da metà febbraio Beppe Grillo è impegnato in tour per il suo nuovo spettacolo dal titolo "Io sono il peggiore". Durante il suo show non sono mancate, tra una gag e l'altra, anche critiche all'operato della magistratura, anche se per un altro caso che però riguarda il figlio Ciro e il processo che si sta tenendo a Tempo Pausania per violenza sessuale.

Per un movimento nato e cresciuto storicamente sotto l'ombrello del giustizialismo, il pazzesco cortocircuito è servito. E non è escluso che, col senno di poi, questa sua ultima trovata si possa anche trasformare in un clamoroso boomerang.

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