Dalla cattura della CO2 all’altro carbonio. L’intuizione di Fontecave per la transizione

Occhi puntati su cementifici e acciaierie. Gli italiani Toso e Spatolisano al lavoro su semiconduttori e idrogeno

Dalla cattura della CO2 all’altro carbonio. L’intuizione di Fontecave per la transizione
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Hanno condotto ricerche avanzate nell’ambito della transizione energetica e delle rinnovabili, dimostrando le enormi potenzialità che l’innovazione in questi campi può ancora sprigionare. I primati dell’edizione 2024 di Eni Award rappresentano un’eccellenza sulla quale investire per un futuro migliore. Tra di essi, in particolare, il francese Marc Fontecave del College de France è stato premiato per la sezione Transizione Energetica, rivolta alle ricerche nel campo dell’efficienza energetica nonché della cattura, dell’utilizzo e sequestro dell’anidride carbonica. La ricerca del professor Fontecave mira a sfruttare la CO2, catturata da fonti puntuali (centrali elettriche, cementifici, acciaierie) o dall’atmosfera, come fonte alternativa di carbonio. In particolare, l’elettroriduzione dell’anidride carbonica e del suo derivato, monossido di carbonio, in prodotti di carbonio, attraverso una reazione con l’acqua, alimentata da energia elettrica, è ideale per vari motivi. Innanzitutto, può servire a immagazzinare energia elettrica rinnovabile; poi dà origine a materie prime di carbonio (idrocarburi e alcoli) utili per l'industria; inoltre, queste ultime sono neutre dal punto di vista del carbonio in quanto la loro combustione emette CO2 precedentemente sottratta all'atmosfera. Tra i vincitori di Eni Award spiccano anche i nomi di due italiani, insigniti del Premio Giovane Ricercatore dell’Anno. Si tratta di Elvira Spatolisano e Stefano Toso. Nello specifico Spatolisano, che ha conseguito il dottorato di ricerca cum laude in Chimica Industriale e Ingegneria Chimica presso il Politecnico di Milano, ha condotto uno studio per la valorizzazione dell’idrogeno solforato, un composto spesso presente nel gas naturale, il combustibile fossile più pulito e cruciale nella transizione energetica verso le rinnovabili. Tali processi di valorizzazione incrementano la sostenibilità ambientale, convertendo un rifiuto tossico in prodotti ad alto valore aggiunto, come fertilizzanti o idrogeno.

Classe 1994, il genovese Stefano Toso, che ha condotto il proprio dottorato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, ha invece studiato gli alogenuri metallici, una nuova classe di semiconduttori con eccellenti proprietà fotovoltaiche e utili per realizzare dispositivi opto-elettronici efficienti. I nanomateriali che ha sviluppato potranno trovare applicazione nel campo del fotovoltaico, della fotocatalisi e dell'optoelettronica, nonché in settori emergenti come l’informatica quantistica.

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