La festa di San Antonio Abate, celebrata il 17 gennaio, è una delle ricorrenze più sentite in Italia e sicuramente una delle più antiche. San Antonio Abate è il protettore degli animali domestici, degli agricoltori, dei macellai e dei norcini e la sua festa è caratterizzata da numerose tradizioni e usanze gastronomiche che variano da regione a regione, da borgo a borgo. Ecco un viaggio attraverso l'Italia, dal nord al sud, alla scoperta delle specialità culinarie legate a questa festività.
In Lombardia, la festa di San Antonio Abate è celebrata con diverse preparazioni dolci. Tra queste, il "Chisöl", una ciambella dolce tipica del bresciano, e i "tortelli di Sant'Antonio", dolci fritti simili alle castagnole. Questi dolci sono spesso preparati in casa e condivisi con amici e familiari durante la festa.
A Milano, l'accensione del falò si tiene il 16 gennaio in Piazza della Motta, dove brucia una grande pira circondata da bancarelle di alimentari. In terra veneta la tradizione prevede la preparazione di dolci come i "galani" e le "frittelle di riso". I galani sono strisce di pasta dolce fritta, mentre le frittelle di riso sono dolci fritti a base di riso cotto nel latte, zucchero e cannella. Questi dolci sono spesso preparati in casa e condivisi con amici e familiari, seguendo ricette che si tramandano da nonne a nipoti.
In Emilia la festa di San Antonio Abate si festeggia con la preparazione di piatti a base di maiale, come i "ciccioli" e la "coppa di testa". I ciccioli sono pezzi di carne e grasso di maiale fritti, mentre la coppa di testa è un insaccato preparato con le parti meno nobili del maiale. Questi piatti sono spesso accompagnati da pane abbrustolito e vino locale.
In Toscana, le "frittelle di cavolfiore" sono una delle specialità legate al questa festa . Possono essere condite con zucchero e cannella, una variante dolce rispetto alle versioni salate più comuni in altre regioni. Inoltre, in alcune zone della Toscana, si preparano anche i cosiddetti "necci", gustosissime frittelle di farina di castagne.
Sulle colline umbre, soprattutto nella zona di Assisi, la tradizione celebra il "Piatto di Sant'Antonio", che include una varietà di pietanze, tra cui le immancabili frittelle e dolci vari. Le frittelle di cavolfiore sono anche qui particolarmente popolari e possono essere preparate sia in versione dolce che salata. Inoltre, si preparano anche i "maccheroni con ragù di pecora" detti per l'appunto "di Sant'Antonio".
Nella campagne laziali , uno dei prodotti più rappresentativi è il "Biscotto di Sant'Antonio", una sorta di treccia dolce di pane profumato all'anice, che è stato inserito nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della regione. Questo dolce è spesso benedetto durante le celebrazioni religiose e distribuito ai fedeli.
In Abruzzo, la tradizione legata a San Antonio Abate è molto sentita. In alcuni comuni, si svolge ancora la "Panarda",
un sontuoso banchetto offerto in passato dai ricchi della zona per rifocillare i più poveri. Durante questo banchetto, vengono serviti piatti a base di carne di pecora arrostita o stufata, simbolo dell'antica tradizione di pastorizia della regione.
In Puglia, il dolce fritto più rappresentativo della festa di San Antonio Abate sono i "porcedduzzi". Queste frittelle, il cui nome deriva dalla forma che ricorda quella del maiale, sono irrorate con abbondante miele, rendendole particolarmente golose. Inoltre, si preparano anche i "cartellate", dolci fritti a base di pasta sfoglia e miele.
In Calabria, la festa di San Antonio Abate è celebrata con la preparazione di dolci come i "cudduraci" e le pignolate.
I cudduraci sono dolci a base di pasta frolla, spesso decorati con uova sode, mentre la pignolata è un dolce fritto a base di palline di pasta dolce ricoperte di miele. Sull'isola di Sicila , durante la festa si preparano dolci come i "cannoli" e la "cassata". I celebri cannoli sono dolci a base di pasta fritta ripiena di ricotta, mentre la cassata è un dolce a base di pan di Spagna, ricotta e frutta candita. Inoltre, si preparano anche i "buccellati", dolci ripieni di fichi secchi e noci.
Tra le genti sarde il patrono degli agricoltori e dei pastori è festeggiato con la preparazione di tre dolci tipici: le "cotzuleddas", i "pirichittus" e il "pistiddu".
Dolci dalle origini antichissime, solitamente preparati in casa e condivisi con la comunità durante le celebrazioni.
Una festa quella di Sant'Antonio, rappresentato da un monaco accompagnato ovunque da un onnipresente e fedele porcellino, che testimonia e rinsalda ogni anno lo stretto legame tra la comunità e le attività agricole, in rispetto di una tradizione antica allietata dagli squisiti prodotti dei territori italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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