Crowdstrike e Microsoft hanno risolto alla fonte i problemi che, nella giornata di ieri, hanno paralizzato gran parte del pianeta. Ci vorrà del tempo per ristabilire il corretto funzionamento di tutti i sistemi ma in qualche giorno, forse settimana, tutti i terminali coinvolti riprenderanno la normale funzionalità. Pare che all'origine ci sia un banale, ma nemmeno poi tanto, errore in aggiornamento del sistema antivirus di Crowdstrike, che è andato in conflitto con il sistema Microsoft impiegato dalla stragrande maggioranza delle aziende come sistema operativo. Da qui è partita la valanga che ha coinvolto compagnie aeree, media, banche e sistema sanitario, con particolare incidenza in Australia e negli Stati Uniti. E come sempre accade in queste occasioni, sui social sono fioccate le fake news sulle cause del cyber caos.
La più gettonata è quella che vede il down informatico alla base dello scoppio della III Guerra mondiale, innescata da forze oscure che vorrebbero il collasso della civiltà occidentale per avviarne una diversa. "Ho letto da qualche parte che la Terza guerra mondiale sarà principalmente una guerra cybernetica", si legge in un messaggio. In realtà, questa è una possibilità che viene paventata da tempo tra gli esperti, nella misura in cui molte delle armi attualmente a disposizione degli eserciti, e i sistemi di difesa, si basano sulla connessione via web e sulla rete internet. Ma collegare il problema occorso il 19 luglio con l'inizio di una guerra è pretestuoso, soprattutto perché la causa è stata chiara fin da subito e nell'immediato sono stati esclusi attacchi hacker.
Per alcuni, l'interruzione è stata un attacco informatico lanciato dal World Economic Forum, ossia la fondazione che riunisce dirigenti, capi di multinazionali, banchieri, miliardari e intellettuali, che è spesso al centro delle fake news. Esiste un movimento, attivo soprattutto sui social, secondo il quale questa "casta" sta lavorando a programmi oscuri con il pretesto di risolvere i problemi del mondo per seguire, invece, profitti personali. "Ciò che rende unico questo tipo di eventi è il modo in cui i social media, i forum e le app di messaggistica facilitano la diffusione rapida dei post, consentendo alle teorie di guadagnare rapidamente terreno e raggiungere un pubblico globale", ha spiegato all'AFP Rafi Mendelsohn, vicepresidente di Cyabra, una società specializzata nel contrasto alla disinformazione.
"Il livello di fiducia nelle fonti affidabili è diminuito così tanto che le persone sono più propense a credere alle teorie del complotto che 'sembrano essere vere' piuttosto che alle informazioni fattuali", gli ha fatto eco Michael Mosser, direttore di un centro di ricerca sulla disinformazione presso l'Università del Texas ad Austin.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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