"È immondizia". Il manifesto pro vita manda in crisi dem e femministe

"Provocazione inaccettabile". La sinistra si indigna per un manifesto di Pro Vita. Dem e femministe rivendicano la libertà di manifestazione solo quando fa comodo a loro

"È immondizia". Il manifesto pro vita manda in crisi dem e femministe
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Dem e femministe rivendicano la libertà di manifestazione solo quando fa comodo a loro. Se le istanze portate in piazza differiscono da quelle dell'agenda progressista, infatti, ecco che iniziano i distinguo e le prese di posizione contro chi sostiene un pensiero difforme. In queste ore, ad esempio, la sinistra si sta stracciando le vesti per un cartellone contro l'aborto realizzato dalla onlus Pro Vita e Famiglia. Il poster gigante ritrae una donna in dolce attesa con un fiocco rosa sul pancione ed è accompagnato dalla seguente scritta: "Non una di meno... ma per davvero!". Intuibile il gioco di parole riferito all'organizzazione transfemminista coccolata dai compagni e dichiaratamente ostile ai pro life.

Benché il manifesto non contenga nulla di apertamente offensivo, i progressisti si sono sentiti oltraggiati. "In un colpo solo, Pro Vita offende un'associazione femminista storica, l'impegno contro il femminicidio, tutte le donne e la stessa maternità, per colpevolizzare chi decide di abortire. Alla vigilia dell'8 marzo. Un manifesto che è immondizia", ha lamentato sulla piattaforma X la senatrice Pd Valeria Valente. Altrettanto sdegnata la reazione della consigliera regionale dem Marta Bonafoni. "Puntuali come ogni anno, in concomitanza con la Giornata internazionale della Donna, a Roma tornano manifesti e gigantografie dell'associazione Pro Vita e Famiglia per mettere in discussione il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza e colpevolizzare le donne che vi ricorrono. Quelli di quest'anno contengono anche un chiaro riferimento polemico alla battaglia di tante donne contro la violenza di genere e i femminicidi. Una scelta illogica e grave, come se le 103 donne uccise nel 2023 fossero 'vite di secondo ordine' Ennesima provocazione inaccettabile".

Secondo la Casa Internazionale delle Donne invece "la violenza di Pro vita torna ad attaccare non solo la libertà di scelta delle donne, ma anche chi lotta contro la violenza di genere". In realtà, l'unico attacco visto negli ultimi mesi era stato quello sferrato proprio dalle femministe ai danni della sede di Pro Vita, con un blitz violento al termine del quale nei locali dell'associazione era stata anche denunciata la presenza di una bottiglia potenzialmente esplosiva. In quel caso, però, i dem avevano faticato assai a pronunciare parole di condanne nei confronti di quell'azione rivendicata proprio da Non una di meno. "Abbiamo sanzionato la sede di ProVita&Famiglia, espressione del patriarcato becero e anti-scelta", aveva scritto l'organizzazione.

Nonostante quei toni poco tolleranti, la sinistra non aveva alzato un dito contro gli agitatori dei cortei transfemministi. In particolare, in molti erano rimasti colpiti dal prolungato silenzio di Elly Schlein sull'assalto alla onlus. Al contrario, oggi un semplice manifesto è stato trasformato in una sorta di oltraggio a tutte le donne, quando in realtà il messaggio veicolato sembra proprio l'opposto.

Fa peraltro sorridere che a scandalizzarsi oltremodo siano proprio quelle realtà che solo ieri difendevano le manifestazioni studentesche in nome della libertà d'espressione. Perché la sinistra chiude un occhio sui collettivi che si scontrano con la polizia mentre se la prende con chi manifesta il proprio legittimo pensiero in modo pacifico e secondo le regole?

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