Un killer non può stare al mare, il rischio di Meloni e Trump: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il day after lo choc su Cerciello Rega, l'elezione dei vice all'Europarlamento e il papà di Kobe Bryant

Un killer non può stare al mare, il rischio di Meloni e Trump: quindi, oggi...
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- Primo segnale, importante, dall’Europa che verrà (e con qualche indicazione anche sul voto di giovedì su Ursula von der Leyen). Fratelli d’Italia e il gruppo ECR hanno ottenuto una vicepresidenza del parlamento europeo, carica da cui erano stati esclusi i conservatori nella precedente legislatura (fino al 2022). Il “cordone sanitario” insomma non tiene più fuori il partito di Meloni, ma solo i Patrioti di Orban e Salvini. Il che è una notizia enorme: è probabile insomma che alla fine FdI se non appoggerà Ursula di sicuro non farà in modo di opporsi esplicitamente.

- Sostenere Ursula è un errore? Non esattamente. È un rischio? Di sicuro. Ha ragione chi sostiene che in Europa restare fuori dai giochi significa non toccare palla, a differenza che in Italia, dove le opposizioni hanno un certo "potere" di protesta e indirizzo. Ma è anche vero che a livello elettorale sarà difficile spiegare al proprio elettorato che per "cambiare l'Europa" bisogna votare chi l'Europa l'ha guidata fino ad oggi.

- L’Ansa parla del Ruanda e titola: “Kagame in testa col 99,15% dei voti”. Kagame in testa. Magico.

- In Trentino un altro orso attacca un turista. Bisogna fare in modo di fermare le aggressioni o prima o poi il turismo, oltre all’allevamento, ne risentirà.

- Secondo la Cnn, nei giorni scorsi c’era stata un’allerta dell’intelligence per un presunto complotto per assassinare Trump. Vero? Falso? Non vuol dire che quel Thomas Crooks, 20 anni, fosse un miliziano iraniano o che fosse stato assoldato dagli ayatollah. Il dramma, per il secret service, è che vi fosse stato un simile allarme e che gli 007 si siano fatti comunque fregare da un ragazzino. Pensate come sarebbe finita se l’Iran avesse ordito davvero il complotto…

- È morto il papà di Kobe Bryant, che oggi raggiunge in cielo il figlio e la nipote. Una storia troppo triste, per chi ama il basket, che questa notizia ci costringe a rivivere.

- Bella la storia delle deroghe per i mini-appartamenti: serviranno ovviamente a studenti e lavoratori delle grandi metropoli. Ma certo: se ti ritrovi a vivere in un appartamento di 2,40 metri di altezza e 20 metri quadri, a questo punto tanto vale affittare un loculo al cimitero.

- Donald Trump ha scelto il suo vice: sarà J.D. Vance il quale ancora non ha neppure iniziato che già sinistra e commentatori lo accusano di voler trascinare l’America nel caos. Non potendo più prendersela con Donald, visto il recente tentato omicidio, applicano il processo di mostrificazione al suo vice. Poi, come dice Cruciani, non vi lamentate se accoppano pure lui.

- L’Italia al contrario la si vede nel caso di Cerciello Rega, il carabiniere ucciso dai due americani uno dei quali - condannato - potrà scontare la pena sotto il caldo sole di Fregene. Perché diciamo al contrario? Perché in questo strano Paese ci troviamo in una situazione decisamente paradossale: abbiamo Giovanni Toti (innocente) tenuto ai domiciliari contro la sua volontà nonostante nessuno, dicasi nessuno, abbia ancora provato uno solo dei presunti reati di cui è accusato. La “scusa” è che potrebbe reiterare il presunto fattaccio. Dall’altro lato abbiamo invece Gabriel Hjorth, condannato a undici anni e quattro mesi dalla corte di Appello, che dopo soli 5 anni di carcere potrà andarsene a scontare la pena nella sua villetta tra prati irrigati e limoni. Chi non vede il paradosso, sbaglia. E non si tratta di essere giustizialisti, anzi: il carcere devono farlo i condannati, non i presunti innocenti. Sbattere dietro le sbarre, o ai domiciliari, un indagato deve accadere solo in casi eccezionali, per un tempo limitato, perché togliere la libertà a chi potrebbe ancora essere dichiarato “non colpevole” è un potere troppo grande per gestirlo con leggerezza. Ma una volta che la condanna c’è stata, dopo il processo, le testimonianze, le sentenze e tutto il resto, le pene vanno scontate. Altrimenti è troppo facile. Il paradosso è che Gabriel Hjorth in galera avrebbe dovuto entrarci proprio ora che la Corte d’Appello l'ha dichiarato definitivamente colpevole, non prima.

Si chiama certezza della pena: chi commette un crimine deve scontare la sentenza e, certo, deve farlo in carceri degne di essere chiamate tali, cioè rispettose dell’individuo. Ma non a pochi passi dalla spiaggia di Fregene.

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