"La magistratura non è mai stata animata da intenti di persecuzione politica nei confronti di alcuno". L'Associazione nazionale magistrati lo ha affermato in una nota di cui si ha notizia oggi, nel giorno dei funerali di Silvio Berlusconi. Perbacco: se potesse il Cavaliere tornerebbe in vita per controbattere con forza a quell'affermazione. Con l'energia che gli era propria, l'ex premier si metterebbe ancora una volta a raccontare di sé e dei suoi processi. Delle indagini e delle roboanti accuse finite poi in un nulla di fatto. Tornerebbe a invocare una radicale riforma della giustizia e a definirsi - come aveva più volte fatto, con un'ampia aneddotica - un "perseguitato" dalle toghe.
Ma il Cavaliere, purtroppo, non c'è più. Restano i suoi ideali e la preziosa eredità delle sue battaglie politiche. Intanto, a proporre la propria versione è appunto l'Anm, che ha risposto con toni infastiditi alle recenti critiche degli avvocati dell'Unione camere penali. Questi ultimi, infatti, nel comunicato di cordoglio per la morte di Berlusconi avevano parlato di "decine e decine di indagini e di processi, con accuse fino alla collusione mafiosa ed al ruolo di mandante di stragi, conclusesi con una sola condanna per elusione fiscale". E avevano anche descritto l'Italia come un Paese nel quale "l'esercizio dell'azione penale è divenuto - e non solo nei confronti di Silvio Berlusconi - strumento privilegiato di lotta politica". Apriti cielo: la frecciata ha fatto innervosire e non poco i giudici dell'Anm.
"L'Unione delle Camere penali, con un comunicato del 12 giugno scorso, ha profittato dell'espressione di cordoglio per la morte del presidente Silvio Berlusconi per offendere l'immagine della magistratura italiana e invocare interventi del legislatore costituzionale. Secondo un trito canovaccio, ha offerto dell'istituzione giudiziaria, con specifico riferimento anche alla procura della Repubblica di Firenze non nominata ma inequivocamente evocata, una distorta visione", hanno replicato quindi dall'Anm. E nella loro nota, i giudici dell'associazione hanno chiaramente prodotto una difesa a tutto campo della categoria.
"La magistratura non è mai stata animata da intenti di persecuzione politica nei confronti di alcuno, non ha avuto nemici o avversari, e ha sempre adempiuto i doveri del ruolo, di accertamento dei fatti e delle responsabilità, in fedele applicazione del principio di obbligatorietà dell'azione penale", si legge infatti nel comunicato dell'Anm, chiedendo un "rispetto dovuto ai magistrati italiani, che operano con dedizione e piena conformità alle leggi della Repubblica".
Per fortuna i giudici operano nella stragrande maggioranza in modo integerrimo e questo va sempre ribadito con estrema chiarezza. Ma la narrazione che esclude in toto le criticità risulta poco realistica. In molti, ad esempio, ancora si domandano come mai le inchieste su Berlusconi iniziarono a susseguirsi dopo la sua discesa in politica. Nel 2020, entrando a gamba tesa sull'argomento giustizia, Silvio Berlusconi definì l'Anm "un organo politico al servizio di una parte".
E ancora aggiunse: "Io non solo non voglio screditare la magistratura, voglio al contrario che il nostro sistema giudiziario recuperi quella credibilità che molte vicende hanno gravemente compromesso". Lo stesso Cavaliere si riteneva infatti "il maggior perseguitato dalla magistratura nel mondo". Coinvolto in 30 processi, passato al setaccio dagli inquirenti e morto da incensurato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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