- Macron passa sotto le forche caudine ma ne esce con la testa sulle spalle, nel senso figurato del termine. Le mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni contro la riforma delle pensioni non passano di un soffio (9 voti): Elisabeth Borne resta al suo posto e Emmanuel può continuare a stare all’Eliseo senza imminenti problemi tecnici (tipo scegliere un altro premier o sciogliere il Parlamento). Piccolissimo problema: in piazza si è già scatenato un putiferio, Università e scuole sono state occupate e i francesi sono famosi per essere belli tosti quando c’è da protestare. Chissà se Macron ne uscirà politicamente indenne. O se inizia qui il suo tramonto.
- Che poi, cari francesi, andare in pensione a 64 anni non mi pare sto disagio.
- Il mondo del tennis è falsato a tal punto ormai da apparire una mezza barzelletta. Mi spiego: con la vittoria agli Indian Wells, il buon Carlos Alcaraz è diventato numero uno al mondo. Piccolo problema: il numero 2, tal Novak Djokovic, non può fare “punti” contro di lui in questa particolare classifica perché né agli Indian Wells né a Miami potrà partecipare al torneo. Come mai? Perché non è vaccinato contro il Covid. Quindi ormai siamo tutti liberi di circolare ovunque, di Covid non parla più manco Burioni però negli Usa si entra solo se vaccinati. Quindi Novak sta fuori. Vi pare normale a marzo 2023?
- Lucia Annunziana è la nuova paladina della sinistra, o meglio sta tornando ad esserlo. La conduttrice che meno di tutti riesce e farsi comprendere, ha mostrato i denti contro la pacata ministro Roccella esplodendo in un poco signorile “cazzo”. Ora, lasciate perdere la parolaccia. Lasciate perdere tutto. E provate a immaginare una lezione di giornalismo sull’importanza di lasciar parlare l’ospite, di essere più o meno “terzi”, di ascoltare le risposte che la controparte fornisce - fosse anche il “Potere” in persona. Annunziata non era lì come opinionista, ma come conduttrice. Mi chiedo: non ha nulla da dire l’inutile Ordine in merito?
- Intanto la Commissione Ue sta pensando di prorogare di un anno la norma che chiede agli Stati di ridurre del 15% la domanda di gas. “Abbiamo compiuto buoni progressi nella diversificazione dell'offerta e ridotto la nostra dipendenza dalla Russia, ma si prevede che i mercati globali del gas rimarranno tesi nei prossimi mesi”. Tradotto: occhio, i prezzi rischiano di risalire. E sopratutto bisognerà consumare di meno, che non è una buona notizia per la nostra economica.
- Il segretario particolare di Joseph Ratzinger ha dovuto bruciare tutte le sue lettere, scritte e ricevute. Mons. Georg Gaenswein giura di averlo fatto e non v'è motivo di dubitarne. Ma è un peccato. Un peccato enorme. Quanto si sarebbe potuto scrivere, riflettere, analizzare su quegli inediti di Benedetto XVI.
- Pure Romano Prodi sghignazza per l’uscita temeraria del sindaco Nardella contro l’eco-imbrattatore. Dice che l’avrebbe fatto pure lui, come tutti. Ma lo scatto non credo sarebbe stato paragonabile a quello di Dario il difensore di Palazzo Vecchio.
- Roberto Mancini si lamenta che in Italia non ci sono giocatori decenti da chiamare in nazionale. Maddai? Non li abbiamo da secoli, vedi le nazionali di Antonio Conte e via dicendo. Se ne parla da decenni ma nessuno osa provare a cambiare le cose. Mi sa che anche a ‘sto giro giochiamo il mondiale la prossima volta.
- L’Accademia della Crusca sbatte la porta in faccia alla Murgia e soci vari. Sintetizzo: la schwa e l’asterisco non si possono usare né oggi né mai. Di generi grammaticali (ma pure biologici, aggiungere) ne esistono solo due: il maschile e il femminile. Nei termini plurali, “lo strumento migliore per cui si sentano rappresentati tutti i generi e gli orientamenti continua a essere il maschile plurale non marcato”. Le “mode culturali” e le “ideologie sul linguaggio di genere” lasciamole ad altri. Ciaone.
- Sulla decisione della Crusca sottolineo altre due cose: oltre al discutibile via libera a declinazioni femminili di alcune professioni (avvocata, sindaca, ecc ecc) c’è da far notare anche il piacevole appello a non usare le duplicazione retoriche (“i cittadini e le cittadine”, “le figlie e i figli”). È una di quelle cose che tanto piacciono ai politici oggigiorno, soprattutto a sinistra, e che personalmente mi provocano irritazioni cutanee. Possono accettare “signore e signori”, ma “tutte e tutti” manda veramente ai matti.
- Sempre sulla Crusca: pur approvando l’eliminazione degli articoli determinativi di fronte al nome di persone note, tipo “la” Meloni e “la” Schlein, la stoccata verso i matti che vedono sessismo ovunque è di quelle che merita di essere citate. Secondo i linguisti l'opinione di chi ritiene l'uso dell'articolo "discriminatorio e offensivo" è "scarsamente fondata”. Come a dire: siete dei cretini, ma se proprio pensate sia sessista fate pure a meno dell’articolo.
- Il sindaco di Piombino continua la sua crociata contro la nave rigassificatrice Golar Tundra. Dice che bisogna ancora aspettare il Tar, che lui non farà passi indietro. Scusi signora Giorgia Meloni: ma non potrebbe richiamare all’ordine il suo sindaco?
- Incontro tra Xi Jinping e Putin al Cremlino. Analisi troppo complesse per una rubrica come la nostra.
Però chiedo agli espertoni: scusate, ma oltre ad averci detto più volte che Vladimir era un piede nella fossa, non ci avevate anche assicurato che Pechino aveva ormai abbandonato Mosca al suo destino? S’è visto…- Il Cremlino vieta l’iPhone ai dipendenti. Noi stiamo vietando Tik Tok per lo stesso motivo in salsa cinese, quindi non ne monterei un caso.
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