Fumata bianca al termine della trattativa pomeridiana: i sindacati che hanno indetto lo sciopero del 26 maggio e la mobilitazione dei dipendenti Rai hanno firmato un accordo di revoca delle azioni di lotta. L'annuncio porta la firma delle segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Fnc-Ugl, Snater e Libersind-Confsal che ringraziano"le lavoratrici e ai lavoratori Rai che, con la loro mobilitazione, hanno permesso la firma dell'accordo, in cambio di impegni concreti da parte aziendale". Soddisfazione in viale Mazzini, la nuova governance ha assicurato le organizzazioni sindacali sul fatto che "saprà interpretare e fare proprie le esigenze dei lavoratori, per dare sempre maggiore solidità all’azienda e rilanciarne il ruolo di Servizio Pubblico, anche nel segno della qualità del lavoro per quanti quotidianamente operano al suo interno".
Confermato lo sciopero dei lavoratori Rai
Giovedì i sindacati dei lavoratori Rai avevano incontrato i nuovi vertici aziendali per discutere del dossier canone e dello sciopero, nella speranza di una revoca della protesta. Audite in Commissione Vigilanza, le rappresentanze sindacati avevano puntato il dito: "In attesa di avanzamenti ormai improcrastinabili, siamo fermi ad un' azienda, che da almeno dieci anni, non si sa per quanto tempo ancora, è obbligata a navigare a vista, senza avere certezza su dove e come approdare, con tutto quello che ne consegue in termini di efficienza e tenuta complessiva". "Sebbene si tratti di una competenza esclusivamente aziendale, riteniamo vitale che il Parlamento sia edotto delle criticità palesatesi sul merito della questione. L'azienda, pur riconfermando quanto già esposto con le famose linee guida, e preannunciando una prossima, quanto improbabile, aggiungiamo noi, uscita del Piano Industriale completo, ha comunicato la propria impossibilità a darne dettaglio dei contenuti", avevano aggiunto Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fnc-Ugl, Snater, Libersind e Confsal: "Il Piano Industriale mai approvato, e mai stato oggetto di confronto serrato con le parti sociali, presenta, all'avviso di queste organizzazioni sindacati grandi criticità".
I sindacati avevano invocato un cambio di passo da parte del nuovo amministratore delegato Roberto Sergio, chiedendo una nuova stagione di relazioni industriali. Inoltre, avevano posto l'accento sulla gestione finanziaria che ha fatto aumentare il debito senza aggredirne le cause, con "l'utilizzo smodato e, costoso, degli appalti e delle produzioni esterne, che hanno fatto della Rai un terreno di conquista per le società di produzione esterne".
Entrando nel dettaglio, rispetto ai 625 milioni di debito consolidato previsti dal budget, la Rai aveva dichiarato che il bilancio del 2022 si chiuderà con 580 milioni di debito: "Il budget 2023 prevede che il debito crescerà a 650 milioni, sperando in una diminuzione in corso d'opera" scrivono le organizzazioni che, rispetto al bilancio annuale, osservano che chiuderà con un leggero avanzo, "ferma restando la gravità dei debiti consolidati", riporta l'Ansa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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