Salis è Soumahoro bis, Ghali come Saviano e Sinner: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'errore delle femministe, l'amore tossico di Fedez e Costantino Vitigliano

Salis è Soumahoro bis, Ghali come Saviano e Sinner: quindi, oggi...

- Torniamo sul caso Elisabetta Franchi, l’imprenditrice accusata di discriminazione di genere e condannata in tribunale come solo nel peggiore dei processi alle intenzioni. Abbiamo già detto che le parole della Franchi saranno state fuori luogo, di sicuro denunciavano una prassi, forse descrivevano l’evidente, ovvero che le donne in ruoli manageriali è più facile assumerle se non devono far figli e possono dedicarsi anima e corpo al lavoro. Però la sua azienda vanta il 78% dell’organico aziendale costituito da donne, di cui la metà under 40. Nei ruoli apicali, la presenza femminile tocca quote del 70%. È questo che conta, non i discorsi durante un evento. Ma in fondo in questo stramaledetto Paese ormai si dà più peso al chiacchiericcio, ci si scanna affinché la parola sia sempre politicamente corretta, anziché ai fatti.

- L’ha spiegato magistralmente Barbara Alberti qualche mese fa a Peter Gomez. “Le femministe ormai badano solo al linguaggio. Se uno dice ‘che tette’, scoppia l’inferno. (...) Mi sembra che queste femministe italiane si attacchino molto alle parole e col fucile cerchino lo scaldaletto quotidiano”. Senza pensare, invece, a ciò che conta davvero. Nel caso di Elisabetta Franchi, guardano il dito (quella uscita più o meno infelice) e non la luna (l’azienda decisamente in rosa).

- Che strano sport, il tennis. Diventi il numero 1 del mondo, tutti ti lodano e alla prima semifinale dopo la gloria finisci nel fango. Sportivamente parlando. La sfida di Sinner con Alcaraz è stata fenomenale, e succede perdere un match. Ma questo Jannik avrebbe dovuto vincerlo per confermare di essere un campione totale. Peccato.

- Ghali, quello di Sanremo e del genocidio a Gaza, lamenta di essere stato censurato manco fosse Roberto Saviano. Ghali, invitato al concerto di Radio Italia Live a Napoli, sostiene di essere stato censurato per aver chiesto di fare un minuto di silenzio per i morti in Palestina. "Sono deluso, scioccato e sorpreso, ma non mi pento". Già, peccato si tratti di una bufala un po' come la censura a Scurati. "L’invito per Ghali era inizialmente previsto per l’evento di Napoli - fa sapere l'organizzazione - poi su insistenza dello stesso artista (...) si era riusciti ad inserirlo nel cast di Radio Italia Live – Il Concerto a Milano, lo scorso 15 maggio. L’invito per Napoli è quindi automaticamente decaduto".

- Adorabile la schiettezza con cui Costantino Vitigliano, oggi 50enne, rivendica la sua vita da tronista di “Uomini e donne”. Cosa desiderava da ragazzino? “Essere il più bello. Guardavo la tv, vedevo vestiti di lusso, macchine, vacanze: sono nato in periferia da una famiglia semplice e avevo fame di tutto. Volevo fare un sacco di soldi”. Chapeau al coraggio di non rinnegare il proprio passato, come molti fanno nella speranza di darsi un tono.

- In Germania un gruppo di sciroccati di destra legati ai “Cittadini del Reich” rifiuta l’esistenza dello Stato tedesco e la sua forma giuridica. Quindi quando nasce un pargolo, evitano di registrarlo all’anagrafe e ovviamente non lo portano manco a scuola. Il gruppo si chiama “Regno di Germania” e ha il sogno di creare uno Stato nello Stato, con la propria giurisdizione e una moneta a parte. Al momento vi sarebbero 6mila membri, tantissimi, soprattutto in Turingia. Ma il dato incredibile è un altro: secondo un sondaggio, il 5% dei cittadini tedeschi - anche se non affiliato - è in qualche modo vicino alle idee dei “Cittadini del Reich” convinti che la Repubblica Federale Tedesca non esista ma sia un’azienda che ingloba dalla nascita tutti i neonati. Ce n’è di gente strana al mondo.

- Fedez perde Muschio Selvaggio, che finisce tutto nelle mani di Luis Sal. “Dillo alla mamma, dillo all’avvocato”.

- Fedez sostiene che la sua relazione con Chiara Ferragni fosse “tossica”. Fatemi capire: siamo passati dagli sfarzi della serie tv sui Ferragnez, dal “Chiara è mia moglie nessuno me la tocchi”, al matrimonio nocivo. Federico, va bene tutto. Ma che questa consapevolezza tu l'abbia raggiunta in meno di sei mesi non appare molto credibile. Delle due, l'una: o stai esagerando adesso, il che non si può escludere; oppure il film che avete propinato alla gente durante l'era Ferragnez era ancora più finto di quanto non desse a vedere. In entrambi in casi, non una grande figura.

- La storia di Filippo Zanella, che ha battuto palmo a palmo la Polonia alla ricerca della figlia Noemi, è incredibile e già vista allo stesso tempo. Le cronache sono piene di bimbi portati nel paese di origine da uno dei due genitori, lasciando l’altro nella disperazione. Le autorità polacche non hanno aiutato Filippo, perché per loro era un papà italiano, cioè straniero, che tentava di riportare in Italia, cioè all’estero, una bambina polacca. Tuttavia, leggendo la rubrica di Gramellini, non si capisce cosa c’entri il nazionalismo con tutto questo, visto che semmai è con la burocrazia che bisogna prendersela. Massimo non sa, o finge di non sapere, che uno dei Paesi dove più spesso accadono situazioni di questo tipo è la Germania, guidata oggi da un socialista e ieri da un popolare. Entrambi europeisti, non nazionalisti.

- La notizia del giorno riguarda Ilaria Salis, il cui curriculum - già carico di quattro condanne e non poche denunce - si arricchisce anche con l’occupazione abusiva e un presunto debito da 90mila euro con Aler che gestisce gli alloggi popolari. Cioè con i contribuenti. La vicenda, che risale al 2008, quando Ilaria aveva 23 anni, riguarda un appartamento in zona Navigli: quaranta metri quadri, i segni dell’effrazione sulla porta, il cilindro delle chiavi sostituite, lei che si fa identificare sul pianerottolo. Lo scoop, pubblicato oggi dal Giornale, potete trovarlo sul sito con tutti i dettagli. Gli avvocati hanno già fatto sapere che la Salis “non ha mai ricevuto alcuna citazione né in sede civile né in sede penale per tale presunta occupazione”, anche se il Corriere della Sera conferma l’ingresso abusivo effettuato tramite “effrazione della porta con estrazione del cilindro della serratura”, circostanza in cui Ilaria è stata identificata. E agli uffici Aler risulta pure un’intrusione simile in un altro appartamento, al Corvetto.

- Letto lo scoop del Giornale e di Libero, giustamente il Corriere e gli altri giornali hanno dato conto delle occupazioni abusive di Ilaria Salis. Repubblica invece no. Ha ignorato la notizia, nel più classico dei silenzi che celano la speranza di non danneggiare troppo la candidatura dell’attivista di sinistra verso Bruxelles. Patetici.

- Qui ci occuperemo dei risvolti politici della faccenda. Perché Ilaria Salis non è più solo l’insegnante precaria andata in Ungheria a contestare i neonazisti e finita in carcere preventivo per oltre un anno. Ilaria è anche la candidata di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, maestri nel pescare candidature mediatiche salvo poi pentirsene. Che Ilaria fosse un’attivista politica stile centro sociale era noto a tutti. E sono conosciute anche le battaglie degli antagonisti per il diritto alla casa, attività foriera di numerose occupazioni irregolari. Però insomma: una cosa è sostenere certe azioni, un’altra è farlo in prima persona. Dunque qui le opzioni sono due, tertium non datur: se Bonelli e Fratoianni ne erano al corrente, è grave che abbiano candidato chi occupa appartamenti pubblici, di proprietà della collettività, cioè di tutti noi; se non lo sapevano, è grave lo stesso.

Perché dopo il caso Soumahoro, prima elevato sugli altari come paladino dei migranti e poi scaricato dopo le note questioni familiari, vuol dire che le candidature in Avs nascono storte e finiscono contorte. È arrivato forse il momento di rivedere i principi di reclutamento.

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