A Sanremo ci mancavano solo i finti pacifisti

Protesta flop nel centro del comune ligure che ospita il Festival dei manifestanti contro la presenza all'Ariston di Zelensky (che non c'era)

A Sanremo ci mancavano solo i finti pacifisti

In questa settimana di Sanremo era in effetti rimasto inopinatamente escluso un tema non di scarsa rilevanza: dopo il finto costituzionalismo, il finto femminismo, il finto anticonformismo, il finto antifascismo, il finto antirazzismo, ecco che – proprio sul finire dell'evento musicale – è il finto pacifismo a fare capitolino a margine del Festival della canzone italiana. A questo punto, giusto per chiudere il cerchio, si poteva anche dare spazio sulla riviera ligure al movimento eco-vandalista di Ultima Generazione e a qualche anarchico simpatizzante di Alfredo Cospito e sarebbe stata tombolissima.

C'è da sottolineare tuttavia, però, che a differenza dei vari Roberto Benigni, Chiara Ferragni, Blanco, Fedez, Paola Egonu, perlomeno ci siamo risparmiati di dovere assistere ai vari Di Battista e Vauro sul palco dell'Ariston o collegati – sempre in diretta su Rai1 – a bordo piscina da qualche nave da crociera. Anzi, i due non sono proprio entrati all'interno della cittadina ligure per partecipare alla manifestazione contro l'invio di armi in Ucraina che si è tenuta a piazzale Pian di Nave, a 200 metri dal teatro che ospita l'evento televisivo italiano per eccellenza. Una protesta che, ca vans san dire, si è rivelata un autentico flop.

Il Festival del Disarmo è rimasto spuntato

Un flop dettato non solo dall'assenza dei più autorevoli (si fa per dire) esponenti di quel fantomatico fronte antibellicista, ma anche perché con il passare del tempo lo scenario di Sanremo era diventato anacronista per quel tipo di protesta, stante il ridimensionamento dello spazio che la Rai aveva scelto di riservare a Volodomir Zelensky: quella che avrebbe potuto essere un invito sul palco del presidente ucraino, poi annunciato come videomessaggio, è diventato la lettura di un testo scritto da parte di Amadeus. E così al "Festival del Disarmo" (così è stata denominata la manifestazione) è riuscito giusto ad aderire qualche centinaio di persone: un numero ben distante da quello prospettato da Pecora Nera, il centro culturale che aveva organizzato la protesta.

Anche perché, con le assenze di Di Battista e Vauro, a prendersi la scena è stata più che altro l'ala più radicale del fronte, vicina all'area no pass degli anni della lotta alla pandemia. A spadroneggiare, infatti, il giurista Ugo Mattei, leader del Comitato di liberazione nazionale ("liberazione" poi da chi, esattamente?). Anche per via della protesta anti-armi, alla sicurezza del Festival erano stati assegnati 150 uomini delle Forze dell'ordine in più oltre ai 100 già presenti sul territorio.

Tuttavia questa sorta di manifestazione contro la presenza a Sanremo di Zelensky (che non c'è proprio stato sul palco, nemmeno come ologramma) ha avuto talmente scarso successo di partecipazione che il centro di Sanremo non ha avuto nemmeno bisogno di venire troppo presidiato dai Carabinieri. I 'compagni', non potendo contare su un sostegno così elevato, alla fine sono rimasti con le armi spuntate.

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