"Se questo coltello entra nel corpo…". I messaggi del terrorista egiziano arrestato a Bergamo

Il ventiduenne arrestato a Bergamo era pronto a colpire nell'immediato una chiesa. La telefonata con l'amico: "Qualsiasi idea tu abbia Dio sarà con te"

"Se questo coltello entra nel corpo…". I messaggi del terrorista egiziano arrestato a Bergamo
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L'operazione antiterrorismo di Bergamo e Brescia ha portato all'arresto di un 22enne egiziano, Saied El Naijar, di professione pizzaiolo, residente ad Azzano San Paolo. Arrivato in Italia nel 2022, per un periodo è stato residente a Catania, poi si è spostato a Nord, verso Bergamo, e qui ha ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Permesso che però era in scadenza. Ha trovato impiego presso una pizzeria. Chi lo conosce lo definisce un ragazzo "irreprensibile", eppure come accertato dalla Digos e dalla procura era pronto a compiere un attentato e a colpire una chiesa.

Lo scorso 29 settembre, come riferisce il Corriere della sera, l'egiziano ha fatto una telefonata a un amico. Il suo telefono era già sotto controllo e quella chiamata è stata registrata e messa agli atti: "Giuro, la vita è noiosa. Sono a lavoro. La finestra è aperta, di fronte a me c’è la chiesa. Fuori ci sono delle persone vestite di nero. Se questo coltello che ho in mano entra nel corpo di un umano... Che faccio, esco o non esco?". La chiesa in questione è quella di Sant'Alessandro in Colonna, a 130 metri dal locale in cui Saied El Naijar lavorava. Era pronto ad agire in nome del jiahd, contro i cattolici considerati infedeli, contro gli occidentali. "Qualsiasi idea tu abbia Dio sarà con te", è la risposta del suo interlocutore, a conferma della matrice del suo gesto.

L'egiziano era da settimane sotto stretto controllo ma negli ultimi giorni la procura ha deciso di accelerare le operazioni perché stavano emergendo indicazioni che volesse colpire a stretto giro. "Mancano due o tre mesi", "Aspetto con ansia", è il passaggio chiave che ha convinto gli investigatori a intervenire, perché "rappresenta in modo inequivoco l’intenzione di passare all’azione, tanto da essere incitato dall’amico il quale afferma che Dio sarà con lui".

Ma l'indagine deve ancora concludersi, perché nel mirino della Digos di Brescia e di Bergamo ci sono anche altre persone, i contatti con i quali Saied El Naijar scambiava informazioni e telefonate. Con lo stesso interlocutor, infatti, l'egiziano minacciava il suo datore di lavoro: "Gli manometto 'da sotto' l’auto, facendola scoppiare quando la aprirà con la maniglia".

La replica del contatto è ancora pià inquietante: "Se scopre che sei un terrorista ti segnala". E ancora: "Vorrei prenderlo e appendergli una bomba, lo prendo... Lo prendo e lo getto nel mare e non avrò pietà".

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