Smascherati

Il Pd partecipa alla marcia a Roma per la pace in Ucraina ma al contempo sostiene l'invio delle armi a Kiev: è la sinistra dei finti pacifisti

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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Questa settimana ci spostiamo. Dalle lussuose stanze del Palazzo (dove non è accaduto nulla degno di nota) fino alla piazza dove è andata in scena l’ipocrisia del Partito Democratico. A Roma, nel weekend appena trascorso, in migliaia hanno sfilato per la pace in Ucraina sotto lo slogan “no alle armi”. In marcia con i pacifisti anche i colonnelli del Pd. Gli stessi che hanno sostenuto con forza (e sostengono) l’invio di armi a Kiev. Che faccia, vero? Una cosa bisogna ammetterla: sono coraggiosi. Molto. Soprattutto chi nega l’evidenza come Stefano Bonaccini, il governatore in salsa rosé dell’Emilia Romagna. Lo abbiamo intercettato nel corteo. - ASCOLTA IL PODCAST CON L’INTERVISTA A STEFANO BONACCINI -

Sfuggente e, soprattutto, irritato quando gli facciamo notare la sua incoerenza. Come può un fermo sostenitore dell’invio di armi all’Ucraina scendere in piazza al fianco di chi dice no? Come si può sventolare la bandiera del pacifismo quando si sposa in pieno la linea dura dell’Europa che continua ad inviare armi pesanti. Cannoni, cingolati, lanciarazzi e chi più ne ha più ne metta. Non ha senso. Ma il governatore quando glielo facciamo notare va su tutte le furie. Paonazzo sbotta e ci manda quasi al quel paese. Proprio come hanno fatto alcuni manifestanti pacifisti con Enrico Letta. Il segretario Dem è riuscito a far perdere la pazienza anche ai pacifisti. Strano ma vero. “Guerrafondaio, buffone” - e ancora - “via, via da qui. Non è la vostra piazza.” Come dargli torto?

Avrebbero fatto bene Letta e Bonaccini ad andare a Milano a fare il coro stonato di Carlo Calenda che, sulle note di "Bella ciao” si è sfogato dalla piazza unità per sostenere (armi comprese) la battaglia degli ucraini, dell’Europa. Almeno il leader di ItaliaViva in Azione è coerente. Lui ha espressamente sostenuto l’invio di armi a Kiev. Ma si sa, se la sinistra non si divide non è la sinistra. E così il Pd rischia di spaccarsi tra chi è a favore e chi è contro agli aiuti militari. Peccato, però, che tutti (sottolineiamo) tutti abbiano votato a favore dell’invio di armi.

Forse ora, con l’arrivo di Giorgia Meloni al governo le cose potrebbero cambiare. Pur di mettere il bastone tra le ruote del governo sono pronti a tutto. Anche a rinunciare alle proprie battaglie. Quelle di “giustizia e civiltà”, così le ha definite Enrico Letta.

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