La base annuncia il cambio di strategia, ma altri movimenti non sono d’accordo: tra gli ambientalisti finisce a pesci in faccia. Nelle ore dell'incursione di Ultima generazione a Palazzo Madama – una facciata del Senato imbrattata con vernice arancione – il gruppo radicale britannico Extinction Rebellion ha annunciato di voler cambiare tattica nella loro protesta. I promotori della campagna hanno proclamato lo stop temporaneo dei blitz mordi e fuggi organizzati negli ultimi tempi: dai blocchi stradali ai raid contro i trasporti pubblici, fino ad incollarsi faccia e mani sull’asfalto.
“Queste azioni non sono servite”, si legge nella nota intitolata “I Quit” diffusa sul sito internet:“Le emissioni di Co2 continuano ad aumentare e il pianeta va verso la morte a un passo sempre più veloce […] Con il nuovo anno, prendiamo la controversa decisione di allontanarci, per il momento, dall'interruzione della vita pubblica come tattica principale di protesta. Ne riconosciamo e celebriamo il valore come modo di alzare un allarme, ma crediamo che l'evoluzione continua delle tattiche di protesta sia l'approccio necessario”. L’obiettivo degli ambientalisti britannici è quello di“fare saltare gli abusi di potere e gli squilibri”. Ma c’è chi la pensa diversamente.
Tensione tra gli ambientalisti
Basta gesti forti è il nuovo credo di Extinction Rebellion, impegnati a organizzare la maxi-manifestazione del 21 aprile di fronte al Parlamento britannico. Ma il movimento ambientalista ha varie “cellule” e non è detto che tutte seguano l’indicazione. Le proteste-show degli eco-vandali potrebbero continuare, tra blitz e incursioni simboliche. "Il fatto che a Londra si sia scelta una via più moderata proprio nel momento in cui la repressione si sta inasprendo mi fa pensare che sia stata una scelta tattico-politica che vuole puntare più sull'aspetto relazionale", le parole di un'attivista italiana di Extinction Rebellion al Corriere della Sera. La svolta, ha aggiunto, potrebbe essere legata alla necessità di rendere più ampio il sostegno dei cittadini.
Una cosa è chiara: alcuni movimenti non sono d’accordo e hanno intenzione di continuare con i gesti plateali. Ancora strade bloccate, ancora opere d’arte imbrattate, ancora corpi incollati all’asfalto.
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