Togliere parole discriminatorie dalla Costituzione: la proposta della Treccani

L'Istituto Treccani evidenzia come termini quali “minorato” e “handicappato” siano ormai considerati discriminatori e non rispettosi della dignità delle persone. Il ministro per le Disabilità: "Tempi matura per modificare l'articolo 38"

Togliere parole discriminatorie dalla Costituzione: la proposta della Treccani
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L'Istituto Treccani ha invitato ufficialmente a superare le espressioni lessicali discriminatorie come "handicappato" e "minorato", perché considerate non rispettose e offensive. Nel mirino della Treccani, c’è anche la Costituzione.

La proposta della Treccani

In particolare il termine "minorato" è utilizzato nell'articolo 38 della nostra Carta, secondo il quale "gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale”. Secondo la Treccani questo linguaggio specifico "va considerato coerente con la mentalità dell'epoca in cui la Costituzione fu scritta, ma non più conforme, oggi, allo spirito e alle finalità proprie della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità".

Le reazioni

Un'opinione che, seppur con alcuni distinguo, viene accettata anche dal presidente onorario dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, direttore della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche dell'Accademia delle Scienze di Torino. Il rilievo dell'Enciclopedia Treccani sul linguaggio utilizzato nell'articolo 38 della Costituzione, allorchè utilizza il termine "minorato", "è indiscutibilmente vera e non si può non sottoscriverla. Ognuno usa le parole del suo tempo, per forza di cose, volente o nolente", ha spiegato. "Sta di fatto che i Padri costituenti (oggi anche 'padri e madrì, secondo alcuni), con le parole del loro tempo hanno introdotto cambiamenti radicali nella vita civile”, osserva però Marazzini.

Dello stesso avviso anche il professor Andrea Simoncini, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università degli Studi di Firenze. Seppir ritenendo giusto cambiare la parola “minorato”, il docente sottolinea come“Potrebbe accadere, infatti, che, concentrati sul fatto che la nostra Costituzione parla di 'minoratì e non di 'disabilità', si dimenticasse il dato straordinario: e cioè che ne parla". "Vorrei, dunque, cogliere questa occasione, per ricordare che l'articolo 38 della nostra Costituzione nel 1948 ha rappresentato un unicum assoluto per le costituzioni del secondo dopoguerra”, conclude.

Dello stesso avviso anche Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale e due volte presidente del Consiglio dei ministri. "La nostra è una Costituzione che si è rivelata capace di reggere al passare degli anni, ma questo è uno dei punti sui quali è più prigioniera della cultura del suo tempo. Altri ce ne sono, a volte superati in via interpretativa (per esempio la tutela dei figli nati fuori dal matrimonio 'compatibilè con i diritti dei figli legittimi: art.30). Ma qui sarebbe davvero meglio togliere quel termine", ha dichiarato all'Adnkronos.

Le parole del ministro per le Disabilità

Ancora più favorevole il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha parlato di "tempi maturi" per modificare l'articolo 38.

"E' un'iniziativa importante che va nella direzione che abbiamo iniziato a percorrere nel decreto 62 del 2024 con l'abolizione da tutte le leggi ordinarie del nostro Paese dei terminìhandicappatò, 'portatore di handicap', 'diversamente abilè, per sostituirli con 'persone con disabilità'. Credo che i tempi siano maturi anche per modificare l'articolo 38 della nostra Costituzione, eliminando il termine 'minoratò, che è superato e non più accettabile", ha spiegato.

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