- Siamo un Paese governato dal Tar. Vi spiego. Un orso aggradisce due persone in Trentino e qualche tempo dopo ammazza un runner. Il presidente della Provincia ne ordina l’abbattimento, gli animalisti fanno ricorso e i giudici subito sospendono l’ordinanza. Per un mese, poi si vedrà. Così intanto l’orsa Jj4 può continuare a restare libera di fare ciò che le pare. E magari anche di uccidere di nuovo.
- Agli animalisti con la tastiera armata faccio presente che la Slovenia ha appena deciso di abbattere 230 orsi bruni per garantire la sicurezza dei cittadini. Facile: tra l’uomo e l’orso un governante sceglie l’orso. Fine.
- Questa cosa del Terzo Polo sta sfuggendo di mano. Appare chiaro che il problema fossero più i due leader che il resto della baracca. "Ieri - ha spiegato la Boschi - ero con i colleghi di Azione alla Camera e stavamo parlando su come trovare un accordo su alcuni punti che rimanevano aperti nella discussione tra noi perché nel pomeriggio avremmo avuto una riunione per confrontarci sul partito unico ma mentre eravamo in Aula è arrivata a mezzo stampa la notizia che per Calenda il partito unico era finito e la riunione annullata, e i più stupiti e attoniti erano i colleghi di Azione”. Una cosa meravigliosa. Questi sono in riunione, cercano accordi e quei due galletti dei leader si scannano via social. È la politica, bellezza…
- Sulle nomine delle aziende partecipate, Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra parla di “promesse non mantenute” da parte del governo che non ha “cambiato tutto” come aveva annunciato. Quindi scusate: se nomina tutti volti nuovi, parlate di “appetito famelico”; se conferma i manager di Draghi invece non mantiene le promesse. Diteci: che dovrebbe fare?
- Mentre noi ci occupiamo di cose più leggere, la Sueddeusche ha fatto sapere che la Germania ha deciso di autorizzare la Polonia a fornire i caccia all’Ucraina. Vi ricordate quando un annetto fa i Paesi Nato dicevano che mai e poi mai avrebbero fornito aerei da combattimento all’Ucraina perché sarebbe stato rischioso e avrebbe allungato il conflitto? Ecco, tutto dimenticato. O quasi. Prepariamoci - purtroppo - a una primavera di sangue. La neve si scioglie e ora si ricomincia a guerreggiare corpo a corpo.
- Sulla querelle Cairo-Giletti, c'è poco da aggiungere. Pare proprio che la questione riguardi il possibile cambio di casacca del conduttore, cosa peraltro in caso assolutamente legittima. Oggi l'editore ha risposto a Giletti, smentendo intromissioni sugli argomenti del programma e difatto dandogli il definitivo benservito: "Gli auguro di trovare la stessa libertà incondizionata nella sua prossima esperienza televisiva o di altro genere". Come a dire: sicuro di aver fatto un affare? Prendiamo i popcorn e godiamoci la vicenda. Chi ne uscirà vincitore?
- Una cosa è certa, l'avevo scritta anche ieri e la ripeto oggi dopo aver sfogliato i giornali. Cairo ha tutto il diritto di chiudere le trasmissioni che desidera: è proprietario di La7 e comanda. Tuttavia mi sorprende che nessuno dei colleghi impegnati, quelli che si scandalizzano sempre per la libertà di stampa, hanno vergato una sola riga indignata per la chiusura d'imperio (giusta o sbagliata che sia) di una trasmissione giornalistica. Fosse successo a Damilano, Formigli, Floris o Gruber....
- Mentre la Cina si prepara a circondare e forse a conquistare Taiwan, mentre gli Usa assicurano a Taipei il sostegno militare, cosa fa l’Ue? Dice che “l'Ue continua a sviluppare relazioni amichevoli con Taiwan senza alcuna implicazione per il suo riconoscimento diplomatico”. Tradotto: facciamo come Ponzio Pilato, sperando che la situazione non precipiti.
- Un'insegnante in pensione ha invitato alcuni amici a Bergamo Alta per fargli visitare la città. Conoscendo la materia, ha fatto loro da “cicerone”. Volete sapere che è successo? È successo che è stata multata per “esercizio abusivo della professione”, anche se nessuno l’ha pagata. Siamo il Paese delle corporazioni e della burocrazia: solo da noi potevano arrivare a simili scemenze.
- Secondo uno studio, il weekend lungo fa bene alla salute. E c’era bisogno di studiarci sopra per capirlo?
- Il ministro del Lavoro del Belgio, Clerfayt, afferma che che se a Bruxelles il tasso di occupazione femminile è troppo basso la colpa risiede nel fatto che "molte donne si trovano ancora in un modello famigliare mediterraneo, nel quale l’uomo lavora e la donna resta a casa". In particolare si riferiva a donne "marocchine e italiane". Ora, non conosco le statistiche del Belgio. Però agli indignati speciali chiedo di andarci coi piedi di piombo: magari in Belgio la realtà collima esattamente col racconto del ministro.
Cosa possiamo saperne? E poi diciamocelo: di sicuro il ministro ha torto marcio perché generalizza e mette nello stesso calderone culture distanti (marocchina e italiana), ma un fondo di verità esiste sempre in tutti i pregiudizi. Pure in quelli che riguardano l'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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