
Si torna a parlare di Nostradamus e delle sue famose profezie. Colpa anche della situazione geopolitica attuale, in tanti cercano risposte negli antichi autori del passato, noti per aver lasciato un'importante impronta di sé. Le quartine dell'astrologo, scrittore e speziale francese sono oggi oggetto di studio da parte di chi è convinto di trovare in esse delle anticipazioni per il prossimo futuro.
A tal proposito, delle indicazioni relative al 2025 hanno destato un certo sgomento. Nostradamus infatti parla di un duro colpo inferto all'economia globale, per non dire un vero e proprio collasso, che porterà a una crisi finanziaria senza precedenti e su vasta scala. Ciò, secondo gli interpreti dell'autore francese, potrebbe portare a un incremento della disoccupazione e di fallimento delle aziende. Non solo. Le conseguenze generali potrebbero tradursi in un crollo del mercato internazionale.
Non si parlerebbe dunque di una guerra - cosa che preoccupa molto in questo periodo - quando piuttosto di una crisi economica globale, che potrebbe portare a un accrescimento delle disuguaglianze sociali e una generale sfiducia nelle istituzioni. Non solo. Viene fatta anche menzione di importanti squilibri finanziari. Nella peggiore delle ipotesi, potrebbero verificarsi proteste sempre più accese, fino a vere e proprie rivolte.
Tutte le Nazioni, secondo gli interpreti delle quartine, sarebbero colpite. Nessuna si salverebbe. Sia i colossi industriali che i centri in via di sviluppo incasserebbero seri danni. E se qualcuno cita come esempio la crisi del 2008, altri affermano che ciò che arriverà sarà addirittura peggio. Si parla infatti di crisi prolungata e profonda.
Andando avanti con le interpretazioni, nella profezia si aprirebbe anche alla possibilità di un nuovo modello economico che porterà a un cambiamento radicale.
Una novità assoluta, con sistemi alternativi al denaro che conosciamo e nuove valute che porteranno sostanziali modifiche agli scambi economici.Di conseguenza, dunque, Nostradamus prevede un crollo epocale dell'economia, a cui si affianca però la possibilità di riformarsi, creando qualcosa di nuovo, se non addirittura migliore.
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