MilanoNon ci sono rose senza spine: lormai prossima attuazione del federalismo fiscale porterà indubbi vantaggi, ma è inevitabile che abbia qualche riflesso negativo. È il caso dellIpt, lImposta provinciale di trascrizione delle auto nuove e usate, destinata ad aumentare anche sensibilmente per effetto del passaggio a un nuovo sistema di calcolo che al di sopra di una soglia minima (53 kW) proporziona limporto alla potenza. Questa prospettiva ha messo in allarme la filiera dellindustria e del commercio di auto, le cui vendite ristagnano da mesi. Il ministero dellEconomia ha così affidato allUnrae, lassociazione che rappresenta le case automobilistiche estere operanti in Italia, lapprofondimento delle soluzioni che permettano la migliore applicazione possibile della norma. Per ridurre al minimo limpatto della nuova Ipt, gli esperti dellUnrae lavorano al momento su diverse ipotesi di modulazione dellimposta. Nel contempo Sirio Tardella, direttore del Centro Studi Unrae, sottolinea il peso dellevasione su bollo, contributo al Servizio sanitario nazionale compreso nelle polizze assicurative e altre forme di tassazione dellauto: «Oltre 1,1 miliardi lanno, più del gettito complessivo dellIpt. Stimiamo, per esempio, che su 72mila commercianti di vetture usate registrati in Italia, meno della metà esercitino effettivamente lattività. E cè da chiedersi quanti sfuggono alla fatturazione».
Sotto questo profilo, lorganizzazione che riunisce le case estere sta lavorando a una serie di proposte di riordino della fiscalità sullauto che dovrebbero facilitare anche un recupero dellevasione. Il ruolo di consulenza dellUnrae poggia in primo luogo sulle competenze acquisite nellelaborazione dei dati sul mercato dellauto, messi regolarmente a disposizione di istituzioni, costruttori e operatori del settore. Nuovo e ultimo frutto di questo impegno è un rapporto che con cadenza trimestrale fornirà previsioni sullandamento del mercato italiano dellauto per i sei mesi successivi e proiezioni sullanno seguente. Le prime stime di «Previsioni & Mercato» rivedono al ribasso, a 1,81 milioni di unità, con un calo del 7,7% rispetto al 2010, le immatricolazioni di auto nuove nel 2011. Secondo il rapporto, il secondo semestre dovrebbe chiudersi con 480mila immatricolazioni, in flessione del 3,6% sullo stesso periodo del 2010, e solo nel terzo si registrerà un primo arresto della caduta della domanda, con 386mila immatricolazioni che dovrebbero valere un recupero del 2,1%.
Sul tema Ipt è intervenuta anche lAnfia, che rappresenta la filiera automotive italia, In una nota il presidente Eugenio Razelli auspica «che il governo possa convocare le associazioni di settore, in modo da individuare misure di correzione allattuale decreto al fine di tutelare lutente finale».
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