Sguscianti, agili, rumorose e vincenti. Sono le piccole saette marchiate da Giannini. Auto popolari portate al massimo del loro potenziale, per ruggire e sconfiggere i grandi, un po' come Davide contro Golia. La ricetta è simile a quella realizzata da Carlo Abarth e dal suo Scorpione, prendere delle placide e tranquille Fiat da tutti i giorni, buone per andare a comprare il pane alla mattina, e trasformarle in piccole pesti in grado di comandare in pista e nelle gare in salita. Sono pestifere, battagliere e dal grande carisma. Non vengono dal nord, sono lontane da Torino, perché il loro cuore pulsante è quello di Roma. Nascono sulle strade romane per poi imperversare nel resto d'Italia, colonizzando vie e sobborghi, a colpi di famelici rimbombi di scarico. Le Automobili Giannini hanno una lunga storia alle spalle, che si intreccia con le vicende dei due fratelli Giannini, Attilio e Domenico, e con la figura dell'avvocato Volfango Polvarelli.
Due fratelli alla riscossa
I fratelli Attilio e Domenico Giannini nel 1920 si mettono in testa di cooperare e di tuffarsi a capofitto nel settore delle automobili. Il primo passo è quello di aprire in Vicolo della Fontana, a Roma, una piccola officina di riparazioni meccaniche. La loro stella risplende e la luce arriva fino ad accecare quelli della Itala, che restano stregati dal loro talento, tanto da decidere di affidare a loro il servizio assistenza nella Capitale. Passo dopo passo, l'obiettivo diviene quello di imporsi nel mondo delle corse, quello che dà una scarica di adrenalina per allietare il lato emotivo e che serve come trampolino di lancio per gli affari. La gloria attende i due Giannini alla finestra, perché grazie alle loro elaborazioni permettono alla Itala di ben figurare alla Mille Miglia. Alla porta dell'officina bussano altri importanti interlocutori, con l'intento di ottenere la stessa magia sulle proprie vetture.
Nel 1936 la Fiat produce la 500, che per tutti diventa la Topolino, un veicolo che permette ai Giannini di sbizzarirsi con le evoluzioni. L'officina non soltanto raddoppia la potenza del motore, ne migliora anche l'assetto, i freni e, in generale, il comportamento su strada. Le varie piccole che passano sotto le sapienti mani del duo della Capitale fanno faville e incetta di premi. L'attività si espande e si diversifica, toccando persino la costruzione in proprio di motori. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la Giannini è una realtà grande che si consolida con i propri propulsori nel ramo delle corse, togliendosi molteplici soddisfazioni. Quando tutto sembra andare per il meglio subentrano delle inaspettate sorprese, la Giannini sprofonda nel pantano, così Attilio e Domenico si separano, creando due rami d'azienda distinti.
La ribalta con Fiat
Nel 1961 la Giannini Automobili, diretta da Domenico, ottiene la notorietà nazionale. Il motivo? Le elaborazioni della Fiat più popolari, dalla 600 alla 500, passando per la 850 e tutte le sue derivate sportive. Sono anni ruggenti, proprio come quei corposi motori che incantano il grande pubblico. Queste vetture vanno forte e sono a buon mercato, caratteristiche che permettono di fare breccia nel cuore degli automobilisti. Ad alimentare il fascino e l'aura delle Giannini ci pensano i successi sportivi, dove le Fiat in salsa romana lasciano il segno nelle varie competizioni turismo. Nel 1967, però, la morte improvvisa di Domenico Giannini apre un altro capitolo della storia. Le finanze non sono buone e il nuovo azionista di riferimento, Gian Luigi Natali, affida all'avvocato Volfango Polverelli l'arduo compito di traghettare la società fuori dalle paludi. Dopo un po' di reticenza, l'avvocato accetta la sfida, si rimbocca le maniche e proietta la Giannini in una nuova dimensione, più grande e prospera, diventandone addirittura il proprietario.
Sotto la famiglia Polverelli
L'avvocato Polverelli fa entrare in azienda i vari figli e assegna all'ingegner Armando Palanca, già noto nel settore delle quattro ruote e dell'aeronautica, le nuove elaborazioni da sviluppare su base Fiat. Durante questo periodo la Giannini trova un nuovo slancio e vengono proposti modelli come la 126, la Ritmo, la Uno e la Panda, soprattutto in versione turbo. Non viene tralasciato neppure l'universo delle corse, che da sempre accompagna l'avventura della società capitolina. Il mondo però cambia e anche le elaborazioni perdono appeal ed entrano in crisi. Costi sempre maggiori e impegno diretto delle case madri nell'offrire al pubblico le proprie versioni pepate, tagliano la strada alla Giannini. Tocca specializzarsi in altro: le personalizzazioni.
Purtroppo, Volfango Polverelli muore prematuramente nel 1984, ma l'azienda passa ai figli, che tutt'ora la controllano.
La Giannini odiernamente è una carrozzeria specializzata che collabora con Fiat ed altri enti, comprese la Guardia di Finanza e il Ministero dell'Interno. Il mito delle saette romane, invece, continua a durare nel tempo, con la stessa voglia di impressionare il prossimo come alle origini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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