
La notizia non è una di quelle che apparentemente suscitano particolare interesse, ma potreste ricredervi, se aveste la pazienza di leggere queste poche righe. Già, perché dallo scorso fine settimana, dopo tre mandati, Angelo Sticchi Damiani - possiamo ormai dire ex presidente - non occupa più gli Uffici dell’Automobil Club nazionale di via Marsala.
Facciamo però un passo indietro. A dicembre 2024, in virtù del superato vincolo dei tre mandati (non esistente invece per la FIA), il Governo lo aveva dichiarato decaduto dall’incarico. L’Assemblea Generale, lo scorso 12 febbraio, aveva indetto elezioni per il rinnovo della presidenza, con Sticchi Damiani erroneamente convinto di poter evitare il commissariamento. Così non è stato e ora, al suo posto, subentrerà un commissario – la cui nomina governativa dovrebbe arrivare proprio oggi – che traghetterà l’Ente alle elezioni.
Al vertice da quasi quattordici anni, attorno al suo nome, a fine 2020, l’avvocato leccese aveva canalizzato un consenso del 94% dei votanti: una percentuale importante, forte dei risultati ottenuti nei suoi precedenti mandati, in cui aveva dato un notevole impulso alla digitalizzazione del Pubblico Registro Automobilistico oltre ad aver profuso impegno per un cambio di passo in materia di sicurezza stradale, ricerca, formazione e informazione.
Sul tavolo, però, sono rimaste in essere le sempre vibranti incertezze sul futuro della mobilità in virtù dell’attualissimo dibattito nell’eurozona, stretto tra le logiche imposte dal Green Deal e la necessità di continuare a sostenere un miglioramento della qualità della vita (soprattutto urbana) senza penalizzare l’industria dell’automotive. E se quest’ultimo argomento parrebbe essere più una priorità euro-governativa che dell’ACI, il ruolo – e il pensiero - del futuro presidente saranno sicuramente importanti (perlomeno in chiave nazionale) per rafforzare le tesi da sostenere con gli eurocrati a cui potrebbe essere opportuno rivolgersi con un approccio alla tematica forte di tesi quanto mai convincenti. Questioni politiche di non poco conto, quindi, di cui il successore di Sticchi Damiani dovrà necessariamente farsi carico, anche con urgenza.
Non bisogna poi sottovalutare un altro aspetto: il 2025 graverà l’Ente di 50 milioni di euro da versare all’erario in ossequio a quanto stabilito dall’art. 116 della Legge di Bilancio a fronte della copertura delle risorse necessarie per rispettare gli accordi economici con Liberty Media per i Gran Premi di Monza e di Imola.
E se il toto-nomi sul commissario che dovrà traghettare l’ACI alle elezioni risulta comunque interessante – ndr.
nei palazzi romani si fa il nome dell’ex Generale dell’Arma dei Carabinieri, il 73enne Tullio Del Sette – ancor più interessante sarà capire da chi verrà giocata la partita, quella vera, che il 9 luglio prossimo il Governo Meloni non è certamente intenzionato a perdere.
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