Fiat Regata, il fascino e la concretezza della semplicità

La Fiat Regata è un trionfo di razionalità e pragmatismo, una berlina media per famiglie che nel nome omaggia il mondo della nautica

Fiat Regata, il fascino e la concretezza della semplicità
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Quando si pensa a qualcosa di razionale, solido e senza troppi fronzoli, un pensiero va giustamente alla Fiat Regata. Questo non deve essere visto come un disvalore, anzi, come la dimostrazione che spesso le cose più essenziali, se ben fatte, hanno una riuscita straordinaria. La berlina media degli anni Ottanta proposta dalla Fiat ha avuto una parabola assolutamente positiva, proprio perché nella sua filosofia costruttiva si è badato prima alla sostanza che al luccichio della frivolezza. Una storia che va ripercorsa con rispetto, perché a volte non servono dei guizzi particolari, delle prestazioni fuori misura, per andare dritti al bersaglio.

Una linea semplice e un nome nautico

Nella prima metà degli anni Ottanta, la Fiat 131 è la berlina di riferimento della sua categoria. Quando arriviamo al 1983, però, il modello comincia a scricchiolare per gli evidenti acciacchi di un progetto che risulta - ormai - troppo anziano. Al Lingotto si pensa a una sostituta che, in parte, è già in casa. Infatti, l'erede della gloriosa 131 prende in prestito il pianale, anche se lo rafforza, e buona parte della meccanica dalla Ritmo. Dunque, si abbandonano il vecchio schema che prevede il motore anteriore longitudinale e la trazione posteriore, optando per una più economica e funzionale trazione anteriore. La linea, invece, risulta classica nelle proporzioni e decisamente convenzionale: tre volumi e cinque porte. La somiglianza esterna con la Ritmo di seconda generazione si nota a colpo d'occhio, ma non necessariamente è un male perché il design è ampiamente moderno. Infine, l'abitacolo è ampio e spazioso; quello che serve per una tipica famiglia borghese con qualche pargolo al seguito.

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Per quanto riguarda il nome, inizialmente i vertici pensano a Fiat Azzurra, in omaggio alla barca a vela italiana che nel 1983 trionfa alla America's Cup e della quale Gianni Agnelli è stato uno dei principali finanziatori. Tuttavia, questo nomignolo non convince pienamente la dirigenza, che decide di virare su Regata che comunque richiama istantaneamente il mondo della nautica. Certo, in alcuni mercati sorgono dei problemucci, come ad esempio in Svezia dove bisogna aggiungere una "T" in più per non incappare in una parola sconcia. Sarà Regatta anche in Sud America, dove avrà un ottimo successo tra Argentina, Cile e Venezuela.

Una gamma razionale

L'auto viene presentata in anteprima al Salone di Francoforte del 1983, ottenendo dei riscontri molto buoni. In breve tempo, la berlina di Fiat si rivela una delle scelte preferibili nel rapporto qualità-prezzo. Il merito va iscritto anche a una gamma di propulsori logica e razionale. Al debutto ci sono solo tre range di potenza a benzina (1.3 da 70 CV, 1.5 da 85 CV e 1.6 da 100 CV) e un unico diesel (1.7 da 58 CV). Il cambio è manuale a 5 marce per tutte, anche se la 1.3 in alcuni mercati può avere un manuale a 4 velocità, mentre la 1.5 85 CV - a richiesta - viene equipaggiata con il cambio automatico. La Fiat Regata 100, oltre a sfoggiare una potenza maggiore, ha anche una dotazione più completa che, come punta di diamante, sfoggia il "Control Panel", un computer di bordo che proietta informazioni riguardanti il consumo di carburante, la velocità media, l'autonomia e la selezione più efficiente delle marce.

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Nel 1984 arriva in listino anche la versione Weekend, che pensiona la 131 Panorama. Questa familiare si distingue per un paraurti posteriore a ribaltina che, oltre a consentire un accesso alla zona di carico più facile, può essere sfruttato come seduta a vettura ferma, per imbastire una piccola panchina utile per sgranocchiare un panino al volo, in quanto in grado di sostenere fino a 150 kg. Ovviamente, sospensioni e freni della Weekend vengono rafforzati per sostenere al meglio un peso che lievita.

Fiat Regata, tanti aggiornamenti fino all'addio

Nel 1986 la Regata subisce un intervento di ringiovanimento che si concentra sia su alcuni dettagli estetici (nuove maniglie, paraurti e finiture interne), sia su importanti novità meccaniche. Alcuni motori prevedono l'introduzione dell'iniezione elettronica, mentre altri ancora permettono l'uso di un catalizzatore, dove il mercato locale lo richieda in modo imperante. La gamma dei propulsori, quindi subisce aggiunte e tagli, sparisce la versione 85 e 85S, mentre debuttano il 1.600 bialbero da 100 CV con iniezione Single Point e il 1.3 da 65 CV, al posto del vecchio 70 CV. Anche il diesel muta nel suo cammino, infatti arriva il turbodiesel 2.0 litri da 80 CV.

A partire dal 1987 in listino si aggiunge anche la versione speciale Riviera, seguita due anni più tardi dalla Mare. Entrambe giungono ad accompagnare la Regata fino alla fine dei suoi giorni, nel 1990, quando la nuova Tempra scalpita per prenderle il posto.

In Sud America, invece, la Regatta resisterà fino al 1995. Per capire il successo che quest'auto ha avuto basta affidarsi ai numeri: 1.000.000 di esemplari venduti. La razionalità spesso si rivela l'arma vincente.

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