Limousine, favola infinita un fascino senza tempo

Nata extra-long per ospitare meglio le grandi bande e tutti i loro strumenti è diventata un’icon

Limousine, favola infinita un fascino senza tempo
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Troppo volgare fare nomi e cognomi. Già, perché la limousine è la limousine. Punto e basta. Importa lei e ciò che incarna: ricchezza senza punti cardinali, favola, come quella del gran finale sulla quale Edwards (alias Richard Gere) si fa portare a prendere la sua amata Vivian uscendo dal tetto della Lincoln Town Car Stretched sventolando un mazzo di fiori. O, ammettiamolo, quella dose di bifolcheria come quella sparsa a piene mani da Cetto La Qualunque (Antonio Albanese) in “Tutto tutto niente niente”. Eppure la casella di partenza della limousine è una semplice mantellina impermeabile che i cocchieri indossavano quando erano costretti sotto la pioggia ad aspettare i signorotti del 1700 che si facevano attendere prima di salire a bordo delle loro carrozze. Mantelline che, ca va sans dire, venivano usate, soprattutto, nella città francese di Limoges, nella regione del Limousin.

Del resto, era il 1902 anche quando è nata la prima limousine motorizzata, l’autista era ancora costretto a sedersi all’esterno perché realizzata in due compartimenti separati, quello del conducente era scoperto, mentre quello dei passeggeri era completamente coperto. Una soluzione “per mantenere le distanze” insomma.
Lunghe, grandi, impreziosite dagli arredi più fantasiosi e sfarzosi le limousine però lo cominciarono a diventare sulla soglia degli Anni Trenta quando nacque, appunto, la limousine stretch, ovvero allungata. Merito della società Armbruster (oggi in realtà specializzata in funerali sontuosi con le sue Cadillac 80” limousine) che decise di allungare un veicolo per ospitare meglio le grandi bande e tutte le loro attrezzature. E due band prima di tutte aprirono letteralmente con quel mezzo la strada del loro successo: quella di Glenn Miller e The Benny Goodman Orchestra. E fu proprio in quegli anni che le “limo” abitate e frequentate da attori, musicisti e ricconi divennero il mezzo più appariscente per trasportare ospiti eccellenti da un cocktail all’altro fino alla scaletta degli aerei privati. Negli anni ’60 e ’70, cominciarono a estendersi ulteriormente con la Lincoln Continental del 1961 del presidente John F. Kennedy mentre, tanto per capire di che genere di veicolo stiamo parlando, quello stesso anno, il presidente degli Stati Uniti George Bush (padre) ne ordinò una simile per sostituire la Cadillac Fleetwood del 1983, utilizzata durante l’amministrazione di Ronald Reagan.
La limousine più esagerata?
L’“American Dream” della Jay Ohrberg Star Cars che già nel 1986 si aggiudicò il Guinness World Record per i suoi 18 metri di lunghezza e che oggi è arrivata a 30,54 metri di lunghezza. Definirla auto è leggermente riduttivo dato che è accessoriata con un eliporto e al suo interno c’è una vasca idromassaggio, un campo da minigolf e persino una piscina con trampolino, oltre a diversi televisori, telefoni e frigoriferi ma quelli sono la normalità. L'eliporto è montato sul veicolo con staffe in acciaio e può sostenere fino a due tonnellate. Ovviamente non può circolare per le strade, per motivi facilmente intuibili, ma resta un tesoro da ammirare al Dezerland Tourist Attractions di Dezer. Pensate che per il trasporto da New York ad Orlando, l’American Dream è stata divisa in un due parti e caricata su rimorchi.
Una limousine per andare a sposarsi?
Beh, chi scrive l’ha avuta in dote nel pacchetto completo propostoci un po’di anni fa dalla Little Chapel of the Flowers, Las Vegas.


Adesso c’è chi sostiene che il fascino sia sulla via del tramonto, tenuto ancora vivo per compleanni estemporanei in cui vengono noleggiate da giovani che vogliono provare l’emozione di salire a bordo di una Limousine. La verità è che il fascino di una limo è senza tempo.

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