Multe prese in Italia, alcuni stranieri non le pagano: ecco chi sono

Tedeschi, austriaci e olandesi non stanno pagando le multe stradali prese in Italia grazie al blocco della visibilità delle targhe: di cosa si tratta e la risposta del nostro ministero

Multe prese in Italia, alcuni stranieri non le pagano: ecco chi sono
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Come farla franca circolando in Italia: i cittadini che provengono da Germania, Olanda e Austria con le loro autovetture non stanno pagando le multe che commettono violando il Codice della Strada che vige nel nostro Paese e che punisce tutti gli altri. Sembra impossibile ma è proprio così. In pratica, anche se i mezzi elettronici (autovelox) e gli agenti di polizia prendono il numero di targa straniera di quegli Stati per comminare la sanzione, questa non verrà mai pagata dai diretti interessati. Per ora.

Cosa sta succedendo

Come è possibile, quindi, che vi sia questa sorta di impunità? Il Corriere della Sera spiega che questi casi particolari hanno tutti la stessa radice, ovvero che i tre Paesi hanno bloccato la loro visibilità sulle targhe, di conseguenza non potrà mai arrivare la notifica all'indirizzo di residenza e quindi addio multa. Anche se le forze dell'ordine italiane redigono il verbale, questi cittadini stranieri non sborseranno mai nemmeno un euro. Sulla questione è intervenuto anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, già a lavoro per risolvere la problematica in tempi brevi.

Quali sono le cause

I Paesi sopra menzionati, dal canto loro, si difendono spiegando i motivi per cui hanno bloccato la visibilità delle loro targhe: tutto nascerebbe dall'uso improprio di dati che farebbe un'azienda italiana della quale non è stato pubblicato il nome. Il ministero promette che entro la fine del mese di settembre il problema con la Germania sarà stato risolto, tempi più lunghi invece per Austria e Olanda.

Chi regola le violazioni

Ovviamente esiste già da anni un sistema di informazione unico dedicato ai veicoli e alle patenti di guida europee dei Paesi dell'Eurozona che si chiama Eucaris, l'acronimo di European Car and Driving Licence Information System, che dà l’opportunità di condividere le informazioni sulla registrazione delle automobili e degli altri mezzi di trasporto così come delle patenti di guida non solo per evitare il furto di veicoli e la frode nell’immatricolazione, ma anche per problemi relativi alle multe quando ci si trova con il proprio mezzo in un altro Paese. Attivo dal 1994, ne fanno parte Belgio, Cipro, Estonia, Germania, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Romania, Slovacchia, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito mentre altri Paesi hanno già aderito al trattato esprimendo il loro interesse: si tratta di Norvegia, Finlandia, Francia, Slovenia, Repubblica Ceca, Polonia, Bulgaria, Slovacchia e Svizzera.

Quando vengono commesse infrazioni stradali all'estero c'è una precisa Direttiva, la numero 43 del 2015, che regola lo scambio di informazioni in materia di sicurezza. Nel dettaglio, tra i vari punti è importante il numero 15, dove viene spiegato che "gli Stati membri dovrebbero poter contattare il proprietario, l'intestatario del veicolo o la persona altrimenti identificata sospettata di aver commesso infrazioni in materia di sicurezza stradale per informare la persona interessata delle procedure applicabili e delle conseguenze giuridiche secondo il diritto dello Stato membro dell'infrazione".

Qui ecco che scattano i "Punti di Contatto Nazionali", ovvero otto violazioni del nostro Codice della Strada che riguardano anche le infrazioni commesse dai cittadini stranieri: variano dal superamento dei limiti di velocità al mancato allacciamento della cintura di sicurezza ma anche al passaggio con il rosso, la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e in stato di ebbrezza, quando si circola senza casco, quando si circola su una corsia dedicata ad altri mezzi e l'utilizzo improprio dei cellulari mentre si è alla guida.

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