Renault 4, la prima world car tra primati e imprese di coraggio

La Renault 4 è entrata nell'olimpio dell'automobilismo per essere la prima world car della storia e per le 8 milioni di unità vendute in quasi 35 anni

Renault 4, la prima world car tra primati e imprese di coraggio

Lei può essere stata prodotta e venduta in ogni angolo terracqueo, ma sotto sotto si sente francese come poche altre, se potesse indosserebbe la marinière, detta anche tricot a righe, e sotto al braccio si infilerebbe una baguette per tornare a casa dopo una passeggiata sugli Champs Elysees. Come pantaloni, però, indosserebbe dei blue jeans, come voleva Pierre Dreyfus, presidente della "Régie nationale des Usines Renault", quando nel 1956 volle lanciare la sfida alla 2CV di Citroen, che già da otto anni aveva dato una grossa mano ai francesi a possedere e salire su un’automobile. Il numero uno di Renault potrebbe aver coniato uno slogan, ma in quel modo voleva sintetizzare ai suoi tecnici il sentiero da seguire per la nuova vettura d’assalto, che in concreto doveva essere: economica, affidabile, comoda, resistente a qualunque tipo di clima e di strada, dalla manutenzione minima, adatta alle signore, ottima tanto per il carico merci quanto per il tempo libero. Un’utilitaria a tutto tondo. Una missione che sembrava impossibile, ma dopo cinque lunghi e intensi anni di sviluppo, nel 1961 la Renault 4 venne presentata in pompa magna al Salone Internazionale dell’Automobile di Francoforte. Da quel giorno iniziò una storia d’amore globale, con lei che divenne la prima world car della storia.

Uno sviluppo lungo

Il risultato finale superò ampiamente le aspettative, la R4 sfoggiava un look sfrontato, accattivante e certamente vincente. Vantava la trazione anteriore, novità assoluta per la Renault, in più aveva un confort invidiabile per un’utilitaria; sicuramente da vettura di categoria superiore. In più, i tecnici transalpini si erano spesi anima e corpo per dare al mercato un’auto straordinaria, così coraggiosa da poter affrontare qualunque tipo di clima e di situazione. La ErreQuattro fu portata nel deserto del Sahara, poi ha contrastato le strade della Guinea e la polvere della Sardegna, fino a sfidare le temperature polari e 30 gradi sottozero toccati in Minnesota (USA) durante uno dei più crudi inverni di quegli anni. Il risultato fu un trionfo, la Renault 4 era pressoché indistruttibile. Se ne accorsero subito i giornalisti, che prima della grande kermesse di Francoforte, ebbero l’opportunità di conoscere la vettura francese in anteprima sui fangosi sentieri della Camargue, nel sud della Francia. Tutti rimasero sbalorditi, non solo la nuova utilitaria di Renault era capace di scartare con classe ogni avversità, ma era anche comoda e stabile su strada. Era nato un gioiellino.

Renault 4

Prodotta in 28 Paesi

Da quel momento scoppiò la passione tra la Renault 4 e gli automobilisti di ogni parte del globo. D’altronde, quest’auto non aveva un motore quattro cilindri sotto al cofano, ma un cuore generoso. Dopo soli sei anni dal suo lancio venne festeggiato il primo milione di esemplari venduti, un risultato clamoroso, che però non accennò a calare con l’incedere del tempo. La R4 ha proseguito la sua ascesa fino al 1992, anno in cui fu deciso di staccarle la spina dopo che già aveva acquistato sul campo i galloni di leggenda. Purtroppo, l’entrata in vigore della normativa antinquinamento Euro 1, decretò il suo addio alle scene: alla Renault non conveniva installare l’iniezione elettronica, né tanto meno la marmitta catalitica, così vennero pensati due modelli per raccogliere la sua eredità, la Twingo e la Kangoo.

Renault 4

La lunga e fortunata avventura della ErreQuattro partì dallo stabilimento Renault di Billancourt, nel nord della Francia, dove vide la luce il primo esemplare, e finì nel 1994 in Marocco dopo ben 8.135.424 unità in poco meno di trentacinque anni di onorata carriera, e una lunga serie di versioni ed edizioni speciali. Questo fa di lei la francesina più diffusa in assoluto e, all’epoca del suo pensionamento, la terza vettura più venduta al mondo alle spalle solo di Ford Model T e Volkswagen Maggiolino. In fin dei conti, già dagli albori, venne concepita come world car, un’auto buona per colonizzare tutto il pianeta. All’apice della sua fabbricazione fu assemblata in 28 Paesi diversi: dall’Algeria all’Angola, dall’Argentina alla Colombia, dal Cile al Madagascar, dal Sud Africa alle Filippine. Venne costruita anche in Australia così come in Congo e in Uruguay. Trovò asilo anche in Italia, grazie alla collaborazione con l’Alfa Romeo, che le diede uno spazio nelle linee che una volta erano destinate all’aviazione, formando una joint-venture per dare una mano allo sviluppo del sud Italia. Tra il 1962 e il 1964, a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli vennero assemblate più di 60.000 unità di R4.

Sfide epiche per la Renault 4

La Renault guadagnò parte della sua fama anche grazie alle tante epiche gesta delle quali si è resa protagonista. Ha percorso un raid dalla Terra del Fuoco, nel sud dell’Argentina, fino alle vette più estreme dell’Alaska, due continenti attraversati in qualche mese senza grosse perdite di tempo. Ha partecipato, poi, al Rally di Montecarlo e a varie corse in terra d’Africa, compresa la famosa Parigi-Dakar dove nel 1980 ottenne il terzo posto assoluto, un’impresa tanto folle quanto coraggiosa, al cospetto di auto ben più potenti e strutturate. La sua popolarità fu così fragorosa che in Francia indissero un referendum per scegliere se creare la versione R4 Parisienne, mentre in Italia lo spot pubblicitario in cui la Renault girava tutto il mondo alla ricerca di un fantomatico signor Rossi contribuì ancora di più a renderla un mito.

Erano gli anni ‘80, ma qualche anno prima la vettura francese entrò nella cronaca nera del Bel Paese, per essere l’auto in cui venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro. Nel 2013, invece, Papa Francesco si fece dare un passaggio fino in Vaticano proprio a bordo di una R4, riaccendendo per un attimo i riflettori su un’auto che andava da dio.

Renault 4

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