
Elon Musk riceve un altro colpo per Tesla in un periodo già non troppo florido per la casa automobilistica da lui fondata. L'azienda ha infatti richiamato oltre 46mila pick-up a propulsione elettrica modello Cybertruck, ovvero tutti quelli prodotti e venduti nei primi 15 mesi di commercializzazione negli Stati Uniti, a causa di un problema di sicurezza che sta avendo difficoltà a risolvere. Tesla, secondo il documento di richiamo depositato presso la National highway traffic safety administration, stima che l'1% delle 46.096 vetture coinvolte abbia un difetto. Un bel problema, anche a livello di immagine, per la realtà industriale che fa capo a Musk.
Le criticità riguarderebbero in particolare la carrozzeria: alcuni pannelli rischierebbero infatti di staccarsi a causa di un difetto nella colla utilizzata per fissarli. La notizia, trapelata in queste ore, potrebbe avere contraccolpi negativi sul titolo in Borsa, che già nell'apertura odierna aveva ceduto l'1,2% dopo che il segretario al Commercio statunitense, Howard Lutnick, aveva invitato gli americani ad acquistare le azioni della società automobilistica di Musk durante un'intervista a Fox News. "Incredibile quanto costino poco, ora. Non saranno mai più così a buon mercato", aveva affermato il ministro dell'amministrazione Trump.
Un consiglio del tutto inusuale, che ha di fatto innescato un effetto boomerang. Il sodalizio politico tra Elon Musk e Donald Trump ha infatti avuto un effetto indesiderato: quello di polarizzare i giudizi sul visionario della Silicon Valley, creando una frattura tra i consumatori e spingendo alcuni di essi a trovare alternative a Tesla nel settore delle auto elettriche. Il titolo di Tesla, intanto, ha perso il 42% dall'inizio dell'anno e nell'ultimo mese è sceso del 34,34%.
In un recente report, anche la banca d’investimento statunitense Jp Morgan ha concordato nel ritenere la svolta politica di Elon Musk il principale fattore delle difficoltà dell’azienda automobilistica, rivedendo e abbassando il prezzo target di Tesla da 135 a 120 dollari, cioè 124 e 110 euro. Inoltre ha ridimensionato anche le previsioni sulle vendite di auto elettriche di Tesla, che l’anno scorso sono diminuite per la prima volta in tredici anni: da 444mila a 355mila nei primi quattro mesi del 2025.
Ma a nutrire preoccupazioni per il futuro della casa automobilistica di Musk sono anche gli stessi investitori, a giudicare dalle recenti vendite di azioni da parte dei dirigenti e dei membri del consiglio di amministrazione. Dal mese di febbraio 2025, le vendite interne hanno superato i 100 milioni di dollari, segnale che molti analisti interpretano proprio come una mancanza di fiducia nella tenuta del titolo.
Tra le cessioni più emblematiche si annoverano quelle di James Murdoch, membro del consiglio di amministrazione, che ha venduto 13 milioni di dollari in azioni il 10 marzo scorso, proprio nel giorno del peggior ribasso giornaliero di Tesla negli ultimi cinque anni. E pure Kimbal Musk, fratello di Elon e membro del board, ha ceduto 75mila azioni per un valore di 27 milioni di dollari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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