Terremoto in Fondazione Crt, Palenzona sbatte la porta

L'ex vicepresidente di Unicredit si dimette con una lettera al collegio sindacale e al vicepresidente Irrera: "Spero che il mio gesto possa almeno contribuire a rasserenare gli animi"

Terremoto in Fondazione Crt, Palenzona sbatte la porta
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L'irrevocabile passo indietro alla fine è arrivato. Fabrizio Palenzona ha comunicato ufficialmente le sue dimissioni dalla presidenza della Fondazione Crt in una lettera rivolta al presidente del collegio sindacale Luigi Tarricone e al vicepresidente vicario Maurizio Irrera. Al suo posto, da statuto, è previsto l'avvicendamento di Irrera.

"Ho sempre onorato – si legge nel documento firmato da Palenzona – e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo, negli ultimi 25, rivestito alcun ruolo istituzionale. Posso affermare che tutti gli investimenti strategici e le principali scelte che han fatto della Fondazione Crt la terza per importanza a livello nazionale, portano la mia impronta e quella di chi, con me, ha ridato, a partire dal 1995, equilibrio territoriale alla nostra Fondazione".

L'uscita di scena di Palenzona a un anno dalla sua elezione arriva dopo alcune settimane turbolente all'interno della fondazione. La tensione è esplosa dopo un consiglio di amministrazione infuocato iniziato lo scorso fine settimana e con all'ordine del giorno la partita delle nomine per le partecipate di Crt. Nei fatti sfiduciato dal cda, Palenzona ha lasciato prematuramente la riunione, dimettendosi. Ad accendere la miccia però è stata la denuncia al Mef, da parte di Varese, dell'esistenza di un patto occulto sulla composizione dell'influente consiglio di indirizzo dell'ente. Patto poi rivendicato in un'altra lettera dall'ex consigliere Fabrizio Bonadeo.

Ora Palenzona motiva la sua scelta tutelando se stesso e la Fondazione. "Certamente, per la mia storia, per il mio percorso e anche per le profonde convinzioni – scrive – che hanno ispirato questa mia presidenza, non posso tollerare maldicenze e comportamenti opportunistici (siano essi manifestamente contrari con la missione della Fondazione o comunque anche solo incoerenti con i valori e i principi che mi avevano portato ad accettare il ruolo offertomi di presidente della Fondazione) nè tantomeno giungere a compromessi sull'etica o sulla legalità".

"Spero – conclude l'ex vicepresidente di Unicredit – che il mio gesto possa almeno contribuire a rasserenare gli animi e a favorire un profondo ripensamento in primis della governance di Fondazione Crt e, poi, anche del suo ruolo nel panorama delle fondazioni bancarie".

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