"La bambina con la valigia" e il dramma degli esuli

Stasera su Raiuno il film tv tratto dalla storia di Egea Haffner, diventata un'icona dell'esodo istriano dalmata

"La bambina con la valigia" e il dramma degli esuli
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Ci sono molti modi per raccontare le pagine più dolorose e scomode della storia. Si può anche partire dalla foto di una bambina di quattro anni, l'abitino a quadretti gialli e rosa, le manine strette a reggere un ombrello e una valigia, su cui una mano pietosa ha scritto: «Esule (la esse al contrario) giuliana numero 30001». Questa è la foto scattata il 6 luglio 1946 alla piccola Egea Haffner. Suo padre Kurt è stato da poco gettato vivo in una foiba dai comunisti jugoslavi, i famigerati «titini»; e quella morte orribile obbliga Egea e la sua famiglia a lasciare Pola, dove vivono, per tentare di ricostruirsi un futuro altrove. La foto di Egea diventa il simbolo stesso del tragico esodo istriano, fiumano, giuliano e dalmata e La bambina con la valigia (film tv tratto dall'omonimo libro di Egea Haffner e Gigliola Alvisi per la regia di Gianluca Mazzella, e prodotto da Rai Fiction con Clemart) stasera su Raiuno, per il Giorno del Ricordo, rievocherà lo strazio di quel dramma collettivo. «Vedere questo film è stato emozionante confessa Egea, che oggi ha 83 anni e vive a Rovereto - Ho pianto dalla prima scena all'ultima, fino a consumare parecchi fazzoletti».

Attraverso quello di Egea, il film (in cui la protagonista ha il volto bambino di Petra Bevilacqua e quello adulto di Sinéad Thornhill) segue il calvario di più di 250mila esuli: lo sradicamento dai luoghi amati, con l'abbandono di tutto, casa, parenti, lavoro; l'incertezza della fuga; le mille difficoltà del reinserimento, tra sospetti e diffidenze. «In occasione di una recita, una suora molto austera ricorda ancora Egea, a proposito della nuova scuola elementare in cui fu iscritta - mi fece togliere il vestito di organza che mi aveva cucito mia zia per farlo indossare a un'altra bambina. Le ingiustizie che si vedranno nel film sono accadute veramente, perché gli esuli non erano ben visti».

Oltre al dramma corale di un popolo, La bambina con la valigia (interpretato anche da Sandra Ceccarelli, Sara Lazzaro e Andrea Bosca) dà voce anche al tono intimo di un dramma privato: «Le scene in cui si vede il mio papà si commuove Egea - sono state per me le più toccanti. Anche se ero molto piccola ho un ricordo di lui molto nitido. Sento ancora oggi l'odore della sua colonia quando mi prendeva in braccio».

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