Titoli bancari in altalena in Piazza Affari. Ieri, infatti, è stato il primo giorno di contrattazione dopo la notizia, divulgata lo scorso venerdì sera, dell'apertura di una consultazione da parte della Banca d'Italia per attivare sulle banche italiane una riserva aggiuntiva dell'1% sui prestiti bancari domestici. Il buffer obiettivo, a copertura del rischio sistemico, sarebbe raggiunto gradualmente: lo 0,5% andrebbe rispettato entro il 31 dicembre 2024; il restante 0,5% entro il 30 giugno 2025.
In avvio hanno patito soprattutto gli istituti bancari più esposti sul mercato italiano, come Intesa Sanpaolo, Bper, Mps e Banco Bpm. Titoli che poi, nel corso della giornata, hanno recuperato. Il timore era che ci potesse essere un impatto sulla distribuzione dei dividendi e sull'erogazione di credito. Paure tramontate nel corso della seduta, anche a seguito di un report di Equita secondo il quale gli istituti italiani non hanno molto da temere.
Secondo gli esperti di Bankitalia, del resto, i costi dell'attivazione della riserva sarebbero contenuti nell'attuale contesto macroeconomico e per di più compensati dai benefici che deriverebbero dalla possibilità di rilasciare la riserva in presenza di eventi avversi. Ieri, inoltre, Bankitalia ha comunicato che a gennaio i prestiti al settore privato sono diminuiti del 2,6% sui dodici mesi. Mentre calano i tassi sui mutui (al 4,38% dal 4,82% di dicembre). Sale invece il tasso sul prestito al consumo, al 10,75% (dal 10,16%).
Nel frattempo, ieri Intesa - guidata dal ceo Carlo Messina (foto) - ha
comunicato di avere incassato l'ok della Banca centrale europea all'acquisto di azioni proprie finalizzato all'annullamento per un esborso massimo di 1,7 miliardi, da avviare a giugno 2024 dopo l'ok dell'assemblea ordinaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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