Bari, sequestrati capi impellicciati made in Cina

Sul mercato avrebbero fruttato 200mila euro, il blitz dei carabinieri forestali

Bari, sequestrati capi impellicciati made in Cina

Il servizio si chiama Cites ed è l'acronimo inglese di Convention on International Trade of endangered Species of Wild Fauna and Flora. E' la convenzione firmata a Washington per il commercio degli animali e della flora. Dopo l'accorpamento del Corpo forestale dello Stato ai carabinieri, questi ultimi hanno attivato un servizio di controllo ispirato al rispetto della convenzione. I carabinieri forestali di Bari impiegati nel servizio Cites hanno sequestrato in diverse località della Puglia più di 300 capi di abbigliamento. Tra questi alcuni capispalla realizzati in parte con pellicce di animali allevati e provenienti dalla Cina, in violazione delle normative comunitarie e nazionali che regolano l’introduzione e l’etichettatura di questi prodotti.

Come si legge sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno", la legge comunitaria vieta l’introduzione e l’uso in Europa di pellicce ottenute da animali quali il procione, il coyote, la lince ed altri, giunti da paesi extracomunitari che non assicurano per la loro cattura, allevamento e abbattimento, l'esclusione di tagliole o metodi cruenti che producano gravi sofferenze agli stessi animali.

I capi sequestrati dagli agenti, non riportavano all’interno l'etichetta indicante la specie utilizzata per la realizzazione delle parti in pelliccia.

Inoltre, sono state elevate multe da 100 euro a 5.000 euro per ciascuna ditta coinvolta nella vicenda, per un totale di circa ventimila euro, mentre la merce sequestrata, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato sino a 200.000 euro.

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