La sfida sembrava fatta apposta per le favole: la squadra della nazione più giovane al mondo che sfida i maestri della lega professionistica più ricca al mondo e se la gioca fino in fondo. Di fronte alle superstar LeBron James, Steph Curry e Kevin Durant, la cenerentola Sud Sudan approfitta di un Dream Team un po’ spocchioso, che gioca solo a sprazzi per rimanere in scia a lungo nella seconda partita del gruppo C del torneo olimpico di basket. Alla fine, però, la differenza in termini di classe e talento è talmente grande da garantire la vittoria degli Stati uniti per 103-86. Considerato la pesante batosta inflitta alla Serbia di Nikola Jokic, che un paio d’ore prima aveva asfaltato Porto Rico di 41 punti, non una prestazione convincente da parte di LeBron e soci. Merito alle Bright Stars di averci creduto fino alla fine: parecchio da rivedere per coach Kerr e le tante stelle Nba.
Usa in scioltezza, fiammate Sudan
Dopo il grande spavento dell’amichevole londinese vinta per sul filo di lana, il pubblico del Pierre Mauroy di Lille si rende subito conto che il Dream Team stasera ha poca voglia di scherzare. Ad aprire i conti con la nazionale più giovane al mondo ci pensa LeBron James, che trova subito canestro e fallo, sbagliando però il punto addizionale. La superstar dei Lakers si rifa poco dopo in ripartenza mentre il Sud Sudan ha le polveri ancora bagnate e non riesce a trovare la via del canestro. Anthony Davis mette il canestro del 6-0 e finalmente, dopo il timeout chiamato da coach Ivey, gli africani segnano due canestri con Kuol ed Omot.
Quando LeBron si fa scippare il pallone, l’ottimo Shayok porta avanti le Bright Stars, che chiudono un break di 7-0. Si lotta punto a punto fino a quando coach Kerr non cambia quattro quinti della squadra, gettando in campo sia Kevin Durant che Holiday. La mossa funziona, con il solito KD a spaccare la partita con un 6-0. Il Sud Sudan va a sprazzi, schiantandosi spesso e volentieri con l’arcigna difesa di White e Holiday che aveva fatto tanto soffrire la Serbia. Anthony Edwards trova anche una giocata delle sue che apre la strada al forcing finale di Team Usa: bomba di White, tiro di Adebayo, Usa avanti 26-14.
Usa perfetti, non c’è partita
Il secondo periodo inizia come si era chiuso il primo, con la stella dei Timberwolves che alimenta la schiacciata di Adebayo e Kevin Durant che mette la tripla e costringe Ivey a chiedere il timeout sul meno 17 per gli africani. Se il Dream Team sembra funzionare meglio sull’asse Edwards-Adebayo, il Sud Sudan torna a metter punti sul tabellone grazie alla tripla di Peter Jok ma è una rondine che non fa primavera, visto che Derrick White mette subito la bomba del +19. Le Bright Stars hanno il merito di provare sempre a giocare e la tecnica non gli manca, come dimostra Omot con un bel fadeaway dalla media distanza ma gli africani faticano moltissimo sotto il tabellone. Anthony Davis ringrazia sentitamente e appoggia a canestro. A metà quarto, Kerr chiama il timeout sul 40-23 per Team Usa ma, almeno per ora, la gara sembra aver già preso una direzione ben chiara.
Il coach americano decide finalmente di schierare Haliburton, che finora era rimasto in tuta e lui lo ringrazia con una bella bomba. Omot approfitta dell’ennesima disattenzione di LeBron e Carlik Jones mette un mini-break di 5 punti per gli africani. La cosa non piace ad Haliburton, che piazza un’altra bomba. Se il Sud Sudan fatica a trovare il tiro dall’arco con regolarità, Adebayo gioca alla grande sia in difesa che in attacco: gran partita quella del giocatore di Miami. Quando Omot prova a fare da solo, trova sempre le manone di un difensore, come nel caso della stoppata di Tatum. Uno dei meno convincenti nel Dream Team è Steph Curry e Carlik Jones ne approfitta per mettere due punti facili. Adebayo però risponde con un’altra tripla che vale il più 20 a pochi minuti dalla sirena lunga. Il Sud Sudan stringe i denti e mette qualche canestro pesante ma la differenza nei confronti di Team Usa appare abissale. Si va negli spogliatoi sul 55-36.
Adebayo super, il Sud Sudan c’è
Nonostante la differenza sul tabellone sia evidentissima, non tutto ha funzionato nel Dream Team: Steph Curry ha percentuali dall’arco infime, le palle perse sono parecchie e pure sotto il tabellone il dominio non è totale. D’altro canto, la differenza in quanto a talento è più che sufficiente a perdonare qualche disattenzione di troppo. Se Kerr mette in campo lo stesso quintetto base, l’inizio del terzo quarto è all’insegna di una certa sufficienza: peccato che il Sud Sudan non sia in grado di approfittarne per rosicchiare qualche punto. Visto che continua a sbagliare dall’arco, Steph Curry si rifa fornendo un bell’alley oop a Tatum che finalmente muove il punteggio. Se Team Usa è abulico, Kuol ha la bella idea di punirlo con una tripla ed andare in doppia cifra e continuare a massacrare la retina. 10-5 il parziale per il Sud Sudan ad inizio del terzo quarto, abbastanza per convincere coach Kerr a chiamare un timeout per serrare i ranghi.
Vista l’importanza della differenza punti in questo torneo olimpico, le Bright Stars continuano a giocare senza timori: Omot mette un’altra tripla ed il Sud Sudan si riporta a meno undici, approfittando dei troppi errori degli statunitensi. Più che gli africani giocano il loro basket, da squadra vera, più che le star degli Usa provano a risolvere tutto da soli. Il Sud Sudan continua a sperare nella rimonta: esattamente quello che coach Kerr non voleva succedesse. Alla tripla di Thor risponde Derrick White ed è una scossa che rianima un terzo quarto un po’ anonimo da entrambe le parti. Il finale del quarto vede una serie di azioni di Team Usa che riportano avanti il Dream Team di 17 punti ma gli africani rimangono comunque a distanza di tiro, nonostante un partitone di Adebayo. Alla fine, però, il terzo quarto si chiude con gli Stati Uniti avanti 73-57 e qualche dubbio sulla motivazione di qualche superstar del Dream Team.
Usa sbadati, orgoglio Sud Sudan
L’ultima frazione inizia con il settimo errore dal campo per Steph Curry, uno che di solito sette errori li mette in due partite. Omot rimane a terra dopo un contatto ravvicinato del peggior tipo con Anthony Davis, che si becca un fallo antisportivo per il disturbo. Le proteste delle tante superstar Nba fanno innervosire ulteriormente Team Usa e gli africani ne approfittano per riportarsi sul meno undici dopo un altro gioco da tre vecchio stile. La risposta arriva firmata da Kevin Durant, che piazza una tripla in faccia alla difesa del Sud Sudan, che non sa come rispondere. LeBron forza una tripla senza particolare fortuna ma l’impressione è che il Dream Team giochi con il freno a mano tirato, accelerando solo quando le Bright Stars si rifanno sotto.
Punti sul vivo, Team Usa mostra sprazzi di gran basket: combinazione Durant, AD per LeBron James, schiaccione ed applausi scroscianti dagli spalti. Nel finale del tempo c’è spazio per qualche giocata spettacolare che scatena sempre l’entusiasmo del pubblico. Il messaggio è chiaro: quando non sta lì a specchiarsi, questo Dream Team è capace di qualsiasi cosa sul parquet. Nonostante l’arcigna difesa di Anthony Davis, il Sud Sudan riesce a tenere più o meno il passo ed evitare che nel finale le proporzioni della sconfitta diventino importanti. Appena trovano spazio, Omot e soci segnano con facilità, come a ricordare a tutti che contro una squadra meno straripante potrebbero causare parecchi grattacapi. A 90 secondi dalla fine, il Sud Sudan si riporta a meno sedici ma, ormai, è solo garbage time: il gioco da tre di Omot vale il -13.
Edwards fa in tempo a segnare gli ultimi canestri: finisce quindi 103-86 per un Team Usa sicuramente meno scintillante di quanto visto con la Serbia. Tenete d’occhio il Sud Sudan: ne sentirete parlare ancora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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