La Bce sgrida l'Italia: ha allentato gli obiettivi di risanamento

"L’Italia - si legge nel bollettino trimestrale della Bce - deve attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo programmato dal governo per il 2013".

La Bce sgrida l'Italia: ha allentato gli obiettivi di risanamento

La Banca centrale europea bacchetta l'Italia, ricordandoci che il nostro Paese ha "considerevolmente allentato gli obiettivi di risanamento". La critica è contenuta nell’analisi trimestrale sulle finanze pubbliche inserita nel bollettino mensile della Bce. Secondo Francoforte il percorso di risanamento previsto nell’ultimo piano di stabilità "deve essere rispettato rigorosamente, in modo da minimizzare i rischi di sforare il limite del 3 per cento" del rapporto deficit-Pil. "Questa - ricorda la Bce - sarà una sfida chiave per il nuovo governo". In sintesi il messaggio è abbastanza chiaro: non si sgarra rispetto agli impregni assunti.

Il risanamento di bilancio "più graduale" indicato nel nuovo programma di stabilità dell’Italia per la Bce presenta dei rischi, rappresentati da "un’evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative" e "un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese".

I dati sull'occupazione

Le condizioni del mercato del lavoro nell’area dell’euro si sono costantemente deteriorate negli ultimi trimestri, a causa della debole attività economica e degli aggiustamenti del mercato del lavoro in corso in diversi paesi dell’area. La Bce ricorda che "gli indicatori previsionali, come per esempio quelli basati sulle indagine campionarie, non segnalano alcun miglioramento nel prossimo futuro". La scarsa creazione di posti di lavoro e le deboli aspettative congiunturali emerse dalle indagini, sottolinea la Bce, "suggeriscono un ulteriore incremento della disoccupazione nel breve termine".

Rischi al ribasso per l'area euro

La Bce "continua a ritenere" che le prospettive conomiche per

l’area dell’euro "siano soggette a rischi al ribasso, fra i quali la possibilità di una domanda interna e mondiale più debole delle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area".

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